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Tarquinia, la Frasca e le Saline raccontate da una studentessa

Tarquinia, la Frasca e le Saline raccontate da una studentessa –

Tarquinia, la Frasca e le Saline raccontate da una studentessa

Il 14 febbraio la classe 3° C si è recata in sala teatro per assistere all’ultimo incontro con “Scuolambiente” relativo al progetto “Vivere il mare”: due volontarie dell’associazione, le ex insegnanti Paola Alessandroni e Maddalena Lauteri, ci hanno parlato della Frasca e delle saline di Tarquinia.

La prima zona presentata è stata la Frasca, che si estende sulla costa per 6 km. Viene chiamata “Frasca” perché i pescatori, per segnalare l’approdo delle navi, usavano le frasche. In questa zona sono presenti diverse rocce particolari con struttura a panchina quaternaria. Lungo la Frasca si trovano numerose alghe, questo per via di un processo di eutrofizzazione cominciato negli anni ‘80. Questa cosa però è negativa perché le alghe impoveriscono l’acqua di ossigeno. La Frasca contiene un’estesa pineta, piantata negli anni ‘50, i pini sono utilizzati come frangivento. Nel 2017 è diventata un monumento naturale.

Sul fondo roccioso si trovano molti esseri viventi: ricci di mare, coralli rossi e la Posidonia oceanica. La Posidonia oceanica è importante sia perché è un ecosistema per diversi animali, sia perché mantiene la sabbia.

Nella zona della Frasca si trovano tre importanti siti archeologici: il porto di Columna (nel quale nell’VIII secolo avvenivano importanti scambi commerciali), torre Beralda (che si trova a Tarquinia) e Cappelletto (che si trova a Civitavecchia).

In seguito, ci hanno parlato delle saline di Tarquinia. Le saline servono per ricavare il sale. Sono state costruite nel 1800 per volere di papa Pio VI e sono state realizzate grazie al lavoro dei detenuti del carcere poco distante, dal 1997 non sono più utilizzate e il territorio è diventato un’oasi che accoglie molte specie di uccelli, in particolare i fenicotteri. Proprio attraverso i fenicotteri e il loro caratteristico colore rosa ci hanno spiegato il ciclo alimentare nelle saline: l’alga dunaliella presente nel territorio è mangiata da un piccolo crostaceo, l’Artemia salina, nota anche come “scimmia di mare” che, a sua volta, viene mangiata dal fenicottero: proprio questo piccolo crostaceo dà al fenicottero il caratteristico colore rosa perché in realtà i fenicotteri appena nati sono bianchi.

Valentina Prisco, 3° C

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