Il fatto è avvenuto martedì scorso. Il cannone di Pio IX, in servizio da 172 anni, cinque mesi e 18 giorni, ha dato forfait a causa di un guasto al congegno di sparo: alla fine del conto alla rovescia si è udito solo qualche “clic”. Il precedente a gennaio del 2009

Roma, a mezzogiorno in punto il cannone del Gianicolo ha fatto cilecca
A mezzogiorno in punto il cannone del Gianicolo ha fatto cilecca – Il fatto è avvenuto martedì scorso. A mezzogiorno in punto il cannone del Gianicolo ha fatto cilecca. Dopo il conto alla rovescia che comincia da “meno dieci” e giù, “tre, due, uno, per Santa Barbara, fuoco”, si è udito un solo “clic”. Un flop dell’artiglieria tra il suono di tante campane. Dopo qualche secondo, l’artigliere dell’esercito ha tentato di nuovo. Invano. Ha provato più volte azionando la cordicella che dà impulso al percussore. Macché. Neanche la sostituzione della cartuccia è servita a far tuonare il “pezzo”.
Il cannone è rimasto muto tra l’imbarazzo dei tre militari e l’ilarità della trentina di spettatori che, nel piccolo slargo sotto il belvedere nel quale campeggia la statua equestre di Garibaldi, era in attesa del “botto”.
“È stata una scena esilarante”, commenta Alberto De Lorenzis, lì per assistere allo “spettacolo dello sparo” che, alla fine, “si è trasformato in una comica inaspettata”. Così, si è spezzata di nuovo la tradizione del colpo a salve “istituito”, dal primo dicembre del 1847, da Pio IX “per ovviare al disordine che può non di rado arrecare il diverso andamento di tanti orologi in questa capitale”.
Dopo 172 anni, cinque mesi e 18 giorni di onorato servizio, il cannone di Pio IX ha dato forfait. Certo, qualche altra défaillance c’era già stata. L’ultima risale a oltre undici anni fa, era il 22 gennaio 2009.
E dallo stato maggiore dell’esercito si erano giustificati così: “Il sottufficiale capo della squadra di tre “serventi al pezzo” addetta allo sparo del colpo si è reso indisponibile all’ultimo momento”. Ora gli uomini non c’entrano. Il responsabile è cannone. Un guasto, e il congegno di sparo si è inceppato. “Da anni, è la prima volta che accade”, spiegano dallo stato maggiore, “siamo certi che il disservizio non si ripeterà”. Certo, il rito che ogni giorno avverte i romani che scocca mezzogiorno, si era già interrotto.
La consuetudine era stata spezzata anche da qualche trasferimento del cannone.
All’inizio era sistemato a Castel Sant’ Angelo. Dal primo agosto 1903, fu collocato a Monte Mario, nel pianoro sul quale ora c’è un maxialbergo. Sotto la balaustra di piazza del Gianicolo il pezzo di artiglieria è approdato il 24 gennaio 1904, più di 116 anni fa. Non sempre, però, il mezzogiorno romano è stato ricordato dal colpo di cannone.
Nel 1939 fu rimpiazzato dall’urlo di una sirena. I romani non la presero bene. Protestarono. Vent’anni dopo, su impulso di una sorta di movimento spontaneo animato da Mario Riva, amatissimo presentatore de “Il Musichiere”, la popolare trasmissione televisiva, il cannone ricominciò a sparare. Era il 21 aprile, giorno del Natale di Roma.
Certo, dal 1847, con i grandi sommovimenti che hanno attraversato anche la storia della città – dalla Repubblica romana alla Breccia di Porta Pia, dalla Grande Guerra alla marcia su Roma, al secondo conflitto mondiale – il cannone non avrà sempre tuonato. Tant’è: dal 1959, lo sparo che dal Gianicolo investe la città è un rito. Poche ore fa, però, un accidente al percussore è riuscito a zittire il cannone che spara a salve.