di Giovanni Zucconi
San Paolo Apostolo è una figura centrale nella religione cristiana. Qualche studioso afferma che fu addirittura “l’inventore” del Cristianesimo. Ma sicuramente fu un instancabile divulgatore della Parola di Cristo, e le sue lettere costituiscono una delle parti più significative del Nuovo Testamento.
Per celebrare questo importantissimo Padre della Chiesa, ieri sera, all’interno della Chiesa della SS. Trinità, a Cerveteri, si è svolta la rappresentazione teatrale multimediale “San Paolo, da Persecutore ad Apostolo”. Scritta e interpretata dal maestro Agostino De Angelis.

È stata un’intensa, suggestiva e imponente opera corale che ha coinvolto decine di persone, tra attori, voci fuori campo, cantanti e alunni delle scuole di Cerveteri. La rappresentazione è nata grazie al contributo di tanti fedeli provenienti dalle diverse chiese della nostra comunità. E hanno partecipato anche gli alunni delle classi IIA, IIB, IIC, IID, dell’Istituto Giovanni Cena, con la professoressa Ilaria Dall’Acqua. E della IA dell’Istituto Salvo D’Acquisto, con la maestra Daniela Finocchiaro
Ieri sera, Agostino De Angelis non ci ha proposto solo un’emozionante rappresentazione artistica a sfondo religioso, ma abbiamo assistito a un vero e proprio percorso spirituale alla ricerca degli insegnamenti di San Paolo Apostolo.
Di fronte a una chiesa gremita nonostante l’orario non fosse dei più felici, sono stati letti, cantati, recitati e trasmessi su video, gli scritti e gli insegnamenti più noti e significativi di San Paolo. Parole che ancora oggi ispirano i fedeli di ogni parte del mondo.
Tra queste, quelle scritte nella prima lettera ai Corinzi, e lette dagli alunni, hanno particolarmente toccato i presenti:
“Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. E se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe. La carità è magnanima, benevola è la carità; non è invidiosa, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.”
È stata una rappresentazione particolarmente impegnativa. Sia per il tema affrontato, sia per il gran numero degli interpreti, quasi tutti non professionisti. De Angelis alla fine era visibilmente molto provato. Tanto che non abbiamo avuto il coraggio di intervistarlo.
Non uso citare troppi nomi nelle mie recensioni. Ma due, in questo caso, vanno sicuramente ricordati per il loro contributo determinate alla realizzazione di una rappresentazione così articolata e impegnativa: Dimitri Terenzi, che ha coordinato la comunità parrocchiale, e l’attenta ed efficiente organizzatrice dell’evento, una vera macchina da guerra, Desirèe Arlotta.





