Quando il volontariato di Cerveteri è più apprezzato fuori che nella nostra città: l’associazione Irasenna – di Giovanni Zucconi
Oggi intervisteremo Giuseppe Giangreco. Inizio così, in modo un po’ provocatorio, perché lo so che a parte ai Cerveterani DOC, questo nome non dice nulla. Ma oltre che a essere un caro amico, Giuseppe è anche il Presidente di una delle mitiche associazioni di volontariato archeologico di Cerveteri: Irasenna.
Irasenna è probabilmente è l’associazione archeologica meno conosciuta tra quelle che operano sul nostro territorio. Ma non per questo è la meno importante. Anzi, è quella che opera più efficacemente al di fuori dei nostri confini. Presentando e realizzando progetti in diverse parti d’Italia e d’Europa.
È un po’ l’esempio di come non si possa sempre essere profeta in patria.
L’abbiamo intervistato non solo per conoscere meglio la sua associazione ma, anche e soprattutto, per approfondire anche con lui un tema che ci sta particolarmente a cuore. Come il volontariato, quello apolitico e radicato sul territorio, possa contribuire alla crescita culturale ed economica della nostra Cerveteri.
Giuseppe, parlaci della tua associazione

“L’associazione si chiama Irasenna. Nata nel 2011, ha sede a Cerveteri. Operiamo in ambito nazionale e internazionale. Facciamo rievocazione storica. Cerchiamo di far rivivere e spiegare come vivevano gli antichi Etruschi.”
Hai detto che avete fatto anche esperienze internazionali?
“Siamo stati invitati a Mosca per due anni. Ma anche in Francia. Dove abbiamo partecipato a delle importanti rievocazioni internazionali. È stato un grande onore per noi. Sono poche le associazioni che riescono a raggiungere questi livelli.”
Ma a Cerveteri?
“Abbiamo dei progetti che stiamo portando avanti. Ma come al solito ci scontriamo con problemi di fondi, che non sono mai abbastanza. Per Cerveteri abbiamo tanti progetti. Abbiamo anche creato un gruppo di ricerca che si occupa di reperire notizie storiche utili per le nostre attività. E naturalmente collaboriamo, quando possibile, con le altre associazioni di volontariato archeologico.”
Avete progetti anche con il Comune di Cerveteri?
“Circa due o tre anni fa siamo riusciti a far firmare una convenzione con il Comune di Cerveteri e il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia. La convenzione si chiama “Tular rasnal”, e consiste nel fatto che tutti i residenti nel Comune di Cerveteri possono richiedere un abbonamento annuale per il Museo di Villa Giulia, ad un costo irrisorio: sedici euro. Ma non finisce qui. Sono disponibili gli stessi sconti anche per altri musei. Si sta creando una specie di rete tra Comuni e Musei. Naturalmente la convenzione è a costo zero per il Comune”
È coinvolto anche il Museo di Cerveteri?
“Ancora no.”
Non mi sembra che questa convenzione sia così conosciuta tra gli abitanti del Comune di Cerveteri. Non è stata fatta molta pubblicità
“Spero che questa intervista potrà far conoscere meglio questa possibilità di accedere al Museo di Villa Giulia con uno sconto veramente significativo. Ricordo che stiamo parlando di un museo che contiene capolavori assoluti che provengono dagli scavi di Cerveteri. Primo fra tutti lo splendido Sarcofago degli Sposi.
Poi conviene abbonarsi anche perché a Villa Giulia si organizzano spesso degli eventi solo per gli abbonati. Come aprire i magazzini, per esempio. Che sono sempre chiusi al pubblico.”
Sarebbe bello coinvolgere in questa convenzione anche il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia, oltre che i relativi musei
“Sarebbe una cosa molto interessante, e un modo per avvicinare le persone di Cerveteri al suo immenso patrimonio archeologico. Che non tutti conoscono.”
Tu sei un responsabile di un’associazione di volontariato archeologico, ma sei anche molto attivo con i rioni. In questi giorni sul nostro giornale stiamo spesso parlando di partecipazione dei cittadini nella realizzazione di attività o eventi che possano valorizzare la nostra città. Tu come giudichi il volontariato a Cerveteri?
“È evidente che il volontariato archeologico ha ottenuto dei risultati straordinari nelle aree fuori del recinto della Banditaccia. Le associazioni riescono a tenere pulito e frequentabili vaste aree che altrimenti sarebbero impraticabili.”
E fuori delle aree archeologiche?
“Purtroppo, negli ultimi anni, l’associazionismo rionale si era un po’ perso. Ma adesso sembra che ci sia un’inversione di marcia. Sembra che i rioni si siano un po’ ricompattati, e ricomincino ad organizzare delle iniziative per contribuire alla crescita della nostra città.”
Secondo te, perché l’associazionismo rionale, Covid a parte, aveva diminuito le iniziative?
“Perché in queste cose serve soprattutto un’unità d’intenti tra Comune e le realtà associative.”
E questa è mancata?
“Per me un poco sì. Ma ti ripeto, vedo in corso un’inversione di marcia.”
Non credi che l’associazionismo “cittadino” sia ancora troppo influenzato dalla politica?
“Parlarne e spiegarlo è un po’ difficile. Ma quello che dici è vero. Anche io penso che si facciano troppi campanilismi, e non si pensi solo al bene pubblico. Al bene del paese. Io vedo la differenza con Tarquinia, per esempio, dove abbiamo degli associati. In quella città, indipendentemente dai colori politici, e da chi è a capo dell’amministrazione, puntano tutti a promuovere il turismo, e vanno tutti nella stessa direzione. E infatti Tarquinia cresce… Dovremmo farlo anche noi qui a Cerveteri. Dove invece le ripicche personali hanno spesso il sopravvento. Invece la cultura non dovrebbe avere un colore politico, e tutti dovremmo andare nella stessa direzione.”
Le amministrazioni passano e cambiano. Cerveteri rimane. È un’assoluta banalità, ma troppo spesso ce se ne dimentica. Mi hai detto che hai partecipato a progetti nazionali e internazionali. Mi puoi fare un esempio di realtà dove la comunione di intenti tra istituzioni e volontariato ha ottenuto buoni risultati?
“Ti posso fare l’esempio di quello che abbiamo contribuito a realizzare a Castel Sant’Elia, dove hanno collaborato in modo esemplare i privati, i volontari, il Comune e la Soprintendenza. In questo paese, l’11 settembre scorso abbiamo inaugurato uno straordinario villaggio etrusco. Anche in questo caso abbiamo fatto firmare la convenzione “Tular rasnal”, e organizzato un bellissimo evento a Villa Giulia. A Sant’Elia sono tutti contenti perché l’iniziativa ha avuto un grandissimo successo e ha portato in paese moltissime persone. Si è innescato un circuito turistico che sta portando giovamento a tutta la zona.”
Un altro esempio di un vostro progetto importante?
“Nel 2017, a Villa Giulia, in occasione della giornata delle disabilità, abbiamo inaugurato il percorso tattile insieme all’Unione Nazionale Ciechi. C’erano le televisioni, e abbiamo ricevuto il saluto in diretta da Franceschini che era il Ministro della Cultura. In quell’occasione abbiamo anche rifatto il Sarcofago degli Sposi dal vivo.”
Voglio chiudere con una domanda provocatoria. Perché a Cerveteri la tua associazione fa così poco? Partecipate a riuscitissimi progetti nazionali e internazionali, e a Cerveteri niente. Nemo propheta in patria?
“Non è che noi non facciamo progetti per Cerveteri. Ne abbiamo presentati tanti. Ma evidentemente non sono piaciuti (sorridendo).”
Eppure, quando li presentate fuori, poi spesso si realizzano, e hanno successo. Immagino che non vi arrenderete e ci riproverete di nuovo a presentarli
“Naturalmente sì. Stiamo preparando diversi progetti da presentare a questa nuova amministrazione.”
Spero che stavolta vi concederanno una maggiore attenzione. Ti auguro un buon lavoro. Continuate così…