Nuove intercettazioni farebbero emergere la paura per la famiglia Ciontoli di perdere tutti i loro beni dopo la morte di Marco Vannini. Si riaccendono i riflettori sul rapporto tra il capofamiglia e l’allora comandante della caserma dei Carabinieri di Ladispoli
Omicidio Vannini: nuovi conti correnti, nuovi contratti per i Ciontoli –
Spostare tutti i soldi dal conto di Antonio Ciontoli a uno nuovo intestato alla moglie Maria Pezzillo.
Comunicare ai gestori degli abbonamenti (sky, telpass) il nuovo Iban dal quale prelevare il denaro per il rinnovo degli abbonamenti.
Sono queste – come riportato nel servizio de ‘Le Iene’ le operazioni effettuate dalla famiglia Ciontoli nei primi giorni a seguire la morte del giovane Marco Vannini.
La famiglia, dal nonno di Federico Ciontoli e padre di Antonio, allo “zio Peppe”, tutti si danno da fare per consigliare alla famiglia come agire, metterli in guardia dai risvolti negativi che una eventuale causa civile e risarcimento alla famiglia del giovane Vannini potrebbe comportare per la loro famiglia.
“…a tuo padre lo mettono col sedere sotto al marciapiede” …. è una delle intercettazioni tra Federico Ciontoli e il nonno (papà di Antonio).
E poi c’è sempre quel rapporto tra il capofamiglia e l’allora comandante della Caserma dei Carabinieri di Ladispoli, Roberto Izzo.
Il tolfetano Davide Vannicola aveva raccontato di un rapporto di amicizia. Aveva raccontato a Le Iene di una confidenza che il Maresciallo gli avrebbe fatto: Antonio Ciontoli lo avrebbe chiamato ancor prima della prima chiamata al 118 fatta da Federico per dirgli cosa era successo.
Su quelle dichiarazioni la Procura di Civitavecchia aveva aperto un’indagine, successivamente archiviata perché non erano stati trovati elementi di riscontro alle parole di Davide Vannicola.
Ma Le Iene torna a puntare i riflettori sull’argomento facendo emergere dei nuovi particolari: uno scambio di telefonate tra Antonio Ciontoli e alcune persone al telefono, tra cui il suo legale, dove parla di Izzo come di un amico e non di un conoscente visto solo tre volte, come invece evidenziato dal maresciallo ai microfoni delle Iene.
“Ho chiamato il comandante, noi siamo amici con Roberto …. Ha innescato lui tutta la catena” e ancora “Ho parlato con Roberto è in malattia bloccato con la schiena”.
Uno scambio di messaggi che però, come sottolineerebbe Giulio Golia non risulterebbe dalle intercettazioni effettuate in quei giorni.
Da qui la domanda: forse non risultano perché questi scambi sono stati effettuati su whatsapp? E allora non potrebbe essere che anche le chiamate riferite da Vannicola potrebbero essere avvenute su whatsapp? Golia infatti tiene a evidenziare come questo tipo di messaggi e chiamate non risulterebbero in alcun tabulato. (QUI IL SERVIZIO DE LE IENE)