di Giovanni Zucconi
Da giovedì 22 a domenica 25 agosto, dalle ore 17:00 alle ore 21:00, nel suggestivo criptoportico della villa romana della Grottaccia, a Ladispoli, si terrà un’esposizione artistica, della poliedrica artista ladispolana Giuliana Maggiotti. Una mostra che sarà molto intima e personale. Lo si capisce dal titolo che le ha voluto dare: “Ti racconto di me…alla Grottaccia”.
Di fatto, questa mostra chiude il mese di manifestazioni culturali che l’Assessore alla Cultura, Margherita Frappa, ha fortemente voluto che si svolgessero in questo sito archeologico. Che finalmente ha ritrovato una sua dimensione pubblica. Grazie anche all’impegno del funzionario di zona della Soprintendenza, Rossella Zaccagnini.
Una mostra che evidenzierà l’eclettismo e la capacità dell’artista di dominare diverse discipline artistiche, e di rapportarsi con materiali diversi. Scultura, pittura, ceramica, fusione del bronzo, sono tutti percorsi artistici che la Maggiotti ha voluto concretizzare in opere che, chi ha visto la sua ultima esposizione nel Centro Chaplin sarà probabilmente d’accordo con me, in alcuni casi, potrebbero benissimo essere esposte in un museo.
Le opere di Giuliana Maggiotti, oltre che in Italia, sono state esposte in numerose mostre internazionali, ricevendo riconoscimenti dal pubblico e dalla critica per la loro capacità di fondere tradizione e modernità. In particolare, ha esposto a New York, nel marzo del 2000, all’International Art Expo, e nel 2015 a Miami, all’art Basel di Miami Beach.
Per parlare della mostra e dell’artista, come è tradizione di BaraondaNews, abbiamo raggiunto Giuliana Maggiotti, che ci ha gentilmente concesso un’intervista
“Ti racconto di me”, si intitola la sua mostra. Che cosa vuole raccontare alle persone che visiteranno la sua personale artistica?
“Io non amo in genere parlare di me. Preferisco lasciare il racconto di chi io sono attraverso le mie creazioni. Che in realtà sanno esprimere me stessa molto meglio di ogni parola. Quindi molto sinteticamente, direi che sono un assoluto pittore del bello. Che, come dicono gli antichi Greci, è anche necessario per la ricerca di spiritualità di ogni essere umano.”
Quali opere ha scelto per la mostra?
“Ho spaziato tra tanti miei lavori, lontani e più recenti, che più sento di dedicare a questa meravigliosa città di Ladispoli. Troverete i ritratti di anime a me care, viventi e no. Familiari e amici intimi. Troverete orizzonti della Natura che fanno respirare l’Anima. Busti corposi di indimenticabili Eroi della Storia e della Letteratura.”
Cosa significa essere un artista a Ladispoli?
“Per me Ladispoli ha un grande e assai profondo significato. Io vengo da una città caotica come Roma, e poi da un grande paese come Guidonia. È proprio per questo ho cercato con tutta me stessa un luogo come Ladispoli dove abitare.”
Quali sono le ispirazioni che le sono venute dal nostro territorio nel suo percorso artistico?
“Ladispoli è un gioiello incastonato nel paradiso. Così vivo e così sento questo meraviglioso ambiente ricco di storia e calore umano. Ogni sito di Ladispoli è ricco e generoso, e ci rimanda alle nostre radici che tanto ci insegnano. Ci insegnano anche ad interpretare meglio il nostro presente, e a capire dove andiamo, e dove siamo diretti con il nostro futuro.”
La sua mostra è stata organizzata nel criptoportico di un’antica villa romana. Quale è il suo rapporto con l’Antichità, e in particolare con la storia romana ed etrusca?
“Non è affatto un caso che io abbia dedicato gran parte delle mie creazioni proprio agli ornamenti delle antiche matrone romane. Ne sono rimasta profondamente colpita e affascinata. Tuttavia, non ho inteso replicare calchi di gioielli come fossero vere fotocopie ma, come si addice al mio temperamento di artista, ho interpretato i miei gioielli con la indubbia vanità femminile dell’epoca, e con un raffinatissimo gusto estetico che ancora oggi varrebbe la pena essere indossato dalle donne più esigenti.”
Ci può raccontare, in poche parole, la sua carriera artistica?
“Come spesso accade a chi sposa l’arte, ci si imbarca in una vita complicata, faticosa e rigorosa. E a volte percepita con difficoltà da un pubblico poco preparato. Oltre a normali e prevedibili ostilità ed invidie tra colleghi. Eppure, io nasco con l’arte nel mio DNA, avventurandomi fin da adolescente in diversi generi, seppure assai coerenti tra loro. Ritratti, nature morte, paesaggi marini e sculture di forte suggestione. Sia basate sia su mie personali esperienze, sia più legati alla Storia. Rappresentando grandi eroi del passato, e documenti di altre popolazioni antiche. Guardate le mie mani, se voleste osservare i miei strumenti di lavoro.”