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Città

Si è svolto a Marina di Cerveteri l’incontro pubblico organizzato dal “Controllo del vicinato”

Questa mattina, durante l’incontro, il Controllo del vicinato: “Vogliamo più presenza delle forze dell’ordine sul nostro territorio”

di Giovanni Zucconi

Questa mattina all’interno del bar Millenium di Marina di Cerveteri, si è svolto un incontro pubblico organizzato dal “Controllo del vicinato”. Gli organizzatori hanno sentito l’esigenza di organizzare questo evento dopo la recente fiammata di furti all’interno delle abitazioni della frazione, spesso con i proprietari presenti, e ad alcune attività commerciali. L’obiettivo dichiarato degli organizzatori non è naturalmente quello di sostituirsi alle istituzioni e alle strutture di pubblica sicurezza presenti sul territorio, ma quella di fornire ai cittadini delle regole comportamentali per proteggere al meglio i propri beni, e le proprie abitazioni.

E che cosa fare nel malaugurato caso di trovarsi testimoni o oggetto di eventi malavitosi. Queste le premesse. Stamattina abbiamo assistito all’incontro, che è stato molto partecipato, anche se mai quanto potrebbe essere. La sala era piena, ed erano presenti più di 50 persone. Che cosa è emerso dalla riunione? Innanzitutto, la rumorosa esasperazione di alcuni partecipanti, che mal si conciliava con l’approccio pacato e pragmatico degli organizzatori. La cui intenzione era quella di condividere con la cittadinanza l’importanza di costruire, all’interno delle nostre comunità, un efficiente e capillare “controllo del vicinato”, e di indicare i comportamenti e le precauzioni che possono minimizzare i rischi di essere oggetto di furti o altri tipi di reati. Altra cosa che è emersa, mi dispiace sottolinearlo, è stata l’assenza di un qualsiasi rappresentante delle istituzioni comunali.

Che sicuramente avrebbe avuto lo sgradito ruolo di parafulmine, ma qualcuno, se vogliamo che le istituzioni non appaiano lontane, deve pur farlo. Altra cosa che è emersa, ma andiamo sul soggettivo, è la sottovalutazione delle istituzioni tutte, forze dell’ordine e amministratori, non tanto del fenomeno malavitoso, che probabilmente le statistiche gli assegnano una dimensione di “isola felice”, come l’ha chiamata qualcuno, ma dello stato di apprensione e di paura che esso genera nella popolazione. Che vuole essere sempre rassicurata e sentirsi protetta. È inutile, quanto stupido, mi si scusi l’aggettivo, soprattutto nell’era dei social dove tutto è riportato, condiviso e commentato, minimizzare degli episodi malavitosi seriali, anche se nati in un contesto di un relativo basso livello di criminalità.
Le persone vanno rassicurate, anche con una presenza più visibile delle forze dell’ordine. Hanno bisogno di sentirsi dire che si sta facendo qualcosa, non che è inutile aumentare gli sforzi.


Da l’altra parte, anche se al cuore dei cittadini non si può parlare solo con i numeri, le statistiche citate dai nostri amministratori e dai responsabili, anche apicali, delle forze dell’ordine presenti sul nostro territorio, non possono essere ignorate. Siamo veramente un’isola felice, come dicono le statistiche? Nell’incontro è stato discusso anche questo aspetto. Non si possono negare i numeri ufficiali, ma non è detto che siano la fotografia reale di quello che succede nel territorio. È emerso come, per tutta una serie di motivi, vengano fatte poche denunce. Ma le denunce, come è stato ribadito nell’incontro, vanno fatte. Anche per piccoli furti, o piccoli reati. Anche se sappiamo che non riusciremo mai a ritrovare quanto ci è stato rubato o danneggiato. Perché le denunce vanno a cambiare proprio quelle statistiche che, bisogna riconoscerlo, sono il vero freno per un’azione più incisiva e, soprattutto, per il necessario adeguamento del numero di uomini e mezzi che devono garantire il presidio del territorio.

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