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Ladispoli, su 128 alberghi solo 50 sono regolari: sarà caccia alle strutture “fantasma”

Il dato emerso durante l’incontro tra albergatori e amministrazione comunale per discutere della tassa di soggiorno. Il regolamento sarà discusso al consiglio comunale di giovedì.

Ladispoli, su 128 alberghi solo 50 sono regolari: sarà caccia alle strutture “fantasma” –

Una tassa di soggiorno per chi sceglie la città balneare come meta delle proprie vacanze.

È questa l’intenzione dell’amministrazione comunale che già al prossimo consiglio comunale, fissato per giovedì prossimo, ha intenzione di portare all’attenzione dei vari consiglieri il nuovo balzello.

Una imposta che farebbe guadagnare alle casse comunali almeno 140mila per il primo anno, come spiegato dall’assessore al Bilancio Claudio Aronica.

L’imposta sarà applicata ai turisti da parte di tutte le attività ricettive del territorio: alberghi, b&b, agriturismi, case vacanze …

Unico problema: le strutture ricettive presenti sul web sono oltre 100, quelle in regola e censite sono la metà.

Da qui la protesta degli albergatori che si sono subito detti fortemente contrari all’introduzione di questo nuovo balzello che li renderebbe certamente meno competitivi sul mercato.

Per gli albergatori infatti, il sistema turistico locale non sarebbe opportunamente censito, e l’introduzione di una «ulteriore forma di tassazione, penalizzerebbe notevolmente le attività regolari rendendole ancora meno competitive rispetto all’offerta comprensoriale».

Nella vicina Cerveteri, infatti, ad esempio, l’amministrazione, nonostante i siti di interesse archeologico e patrimonio Unesco, non ha introdotto la tassa di soggiorno.

Dunque, i turisti che fino ad oggi hanno affollato nel periodo estivo gli alberghi e le strutture ricettive della città balneare, domani, potrebbero decidere di trasferirsi nella vicina città etrusca per cercare di risparmiare qualche euro.

A meno che gli albergatori, pur di restare competitivi sul mercato, non decidano di mantenere intatti i prezzi delle loro camere, andandoci però a rimettere loro stessi che anziché guadagnare quanto l’anno precedente dovrebbe scomputare dal prezzo delle camere il costo della tassa di soggiorno.

C’è poi la questione legata alla possibilità di vedere dimezzata la tassa di soggiorno durante il periodo invernale.

Come ad esempio accade in altri comuni, a vocazione turistica. «In bassa stagione, molte località balneari stagionali – scrivono gli
albergatori – non applicano l’imposta o la applicano in misura ridotta (a Viareggio l’imposta si dimezza nei periodi di bassa affluenza).

A Ladispoli la stagione turistico/balneare non supera i 60 giorni laddove nel resto dell’anno risulta molto difficile attrarre “turisti” nel nostro territorio.

Per questo svariate strutture del territorio aprono solo durante la stagione estiva». C’è poi la questione propriamente legata alla vocazione turistica della città balneare.

Inesistente. «Il divieto di balneazione del litorale locale, la mancanza di un porto, di un museo o di un qualsiasi sito storico – archeologico di rilievo, unito all’assenza completa di una qualsiasi peculiarità artistico culturale, sono fattori che attualmente non candidano la nostra cittadina – spiegano – tra le realtà a vocazione turistica, cosa che, sebbene rappresenti un malus indiscutibile, tuttavia dovrebbe spronare gli attori locali a porre in essere concrete azioni per il rilancio turistico del territorio solo in conseguenza delle quali poi valutare l’opportunità di tassare o meno coloro che visitano la nostra città».

E proprio su questo aspetto, l’assessore al bilancio Claudio Aronica ha voluto sottolineare come gli introiti derivanti dalla tassa di soggiorno andrebbero a rimpinguare il capitolo del bilancio dedicato a cultura e turismo così da poter «mettere in atto – ha spiegato – campagne promozionali».

«Potremo – ha aggiunto Aronica – provvedere magari, ad esempio, al miglioramento delle spiagge, con il servizio di salvamento».

Insomma: «I soldi derivanti dalla tassa – ha chiarito – saranno destinati a spese annesse al turismo».

Durante l’incontro con la categoria, l’assessore Aronica ha tenuto a precisare inoltre che l’amministrazione comunale avvierà un’attività investigativa capillare volta all’individuazione di tutte quelle attività che fino ad oggi hanno operato irregolarmente sul territorio.

È caccia, dunque, alle strutture ricettive “fantasma” ma presenti sui maggiori siti dedicati come ad esempio Booking.

Palazzo Falcone avvierà una ricerca, servendosi dei principali motori di ricerca ed avvierà dei controlli con una squadra dedicata formata da polizia locale, un geometra e personale dell’ufficio tributi.

Alle attività irregolari sarà data la possibilità di mettersi in regola entro un determinato periodo di tempo. Una volta scaduta questa “finestra” si procederà con le sanzioni del caso.

Inoltre, l’imposta di soggiorno varierà a seconda della categoria della struttura ricettiva, delle stelle degli alberghi, e sarà pagata solo su un numero massimo di giorni in cui si stazionerà in città.

Ad esempio: se un turista decide di restare a Ladispoli per un mese, pagherà la tassa di soggiorno non su tutti e 30 i giorni, ma solo su un numero limitato di giorni.

Saranno inoltre esentati i residenti del territorio comunale che per un motivo o per l’altro faranno ricorso alle strutture ricettive della città. Sebbene alcuni punti potrebbero essere condivisi dalla categoria, dall’altra parte gli albergatori chiedono una modifica del regolamento che già giovedì sarà portato all’attenzione della massima assise cittadina (e che entrerà in vigore già da gennaio 2020) e maggiore chiarezza sulla tassazione, ferma restando la loro convinzione che forse, questo, non sia il momento più adatto per l’introduzione di questo balzello.

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