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Ladispoli: saracinesche su tra speranza e paura

FASE 2 BIS I commercianti provano a ripartire dopo due mesi di lockdown ma la strada è in salita

Ladispoli: saracinesche su tra speranza e paura –

Chilometri di fila davanti ai negozi già dalle otto del mattino.

Le immagini della Francia nel giorno dall’uscita dal lockdown avevano fatto il giro del mondo e avevano fatto ben sperare anche i commercianti italiani.

Ladispoli: saracinesche su tra speranza e paura
Ladispoli: saracinesche su tra speranza e paura

Ma il 18 maggio, almeno a Ladispoli la situazione non è stata certamente come quella rappresentata nella foto e scattata nel Paese d’oltralpe.

Le saracinesche si sono riaperte. I tavolini dei bar e dei ristoranti sono tornati ai loro posti (a distanza di sicurezza ovviamente) ma la gente fa fatica a tornare alla normalità.

Da un lato la paura che il virus possa tornare a farsi vivo con tutta la sua forza, dall’altra parte la crisi economica che in due mesi ha colpito migliaia di italiani, costringendoli a dover fare i conti col proprio portafogli e con il cibo da mettere in tavola per sè e la propria famiglia. In mezzo ci sono i commercianti.

Chiusi da oltre due mesi, con affitti e bollette da pagare, col personale da richiamare al “fronte” per poter ripartire. «Se prima ce la facevi a stento, adesso, dopo due mesi di chiusura, è peggio», commenta Marco Nica del Gran Bar Nazionale. La gente non circola ancora. I tavolini del ristorante rimangono vuoti. Solo poche persone. Si possono contare sul palmo di una mano. Le spese però restano invariate, e il personale, va pagato.

«Con l’incasso – ha proseguito – non ci paghi niente». Perché al semplice barista, al cameriere, cassiere, cuoco, va aggiunto anche chi dovrà occuparsi di far accomodare la gente, di verificare che le norme di sicurezza (quali distanza e utilizzo dei dispositivi di protezione personali vengano utilizzati quando necessario).

E poi c’è anche l’incognita della tracciabilità delle persone. Con la riapertura, i ristoratori sono chiamati a conservare i nominativi dei propri clienti per 30 giorni. In questo modo, qualora qualcuno nei giorni successivi dovesse risultare positivo al covid, si potrebbe facilmente rintracciare. Così come potrebbero essere facilmente rintracciati anche tutti i clienti presenti nell’attività di ristorazione il giorno X.

Una “clausola”, quella del fornire il proprio nominativo, che magari non a tutti potrebbe piacere, così da farli desistere dall’andare a cena fuori. Non va meglio nel settore dell’abbigliamento. In particolare in quello da cerimonia.

«Molte aziende stanno continuando a lavorare in smart working – ha spiegato l’imprenditore Patrizio Falasca di Alcott premium e Alcott- dunque c’è chi non ha bisogno ancora di una camicia nuova o di un nuovo paio di pantaloni».

E con il lockdown capitato proprio nel periodo clou delle festività e cerimonie importanti (Pasqua, battesimi, cresime, comunioni, matrimoni …) il settore è in grave difficoltà. Va un po’ meglio, ma sotto l’asticella della sufficienza anche per gli altri settori dell’abbigliamento. Quelli un po’ più casual.

Ladispoli: saracinesche su tra speranza e paura
Ladispoli: saracinesche su tra speranza e paura

«Le persone difficilmente provano i vestiti». E poi ci sono tutte le norme da rispettare. Gli abiti, gli ambienti, gli oggetti da sanificare periodicamente. Uno sforzo grande per le attività commerciali che comunque non si sottraggono a questo compito, nella speranza di poter tornare presto alla normalità.

Utile, sicuramente, in questa prima fase, è stata l’idea nata durante il lockdown da alcuni commercianti: quella, cioè, di creare delle vetrine virtuali sui social con i prodotti presenti all’interno del proprio negozio.

«In questo modo le persone vengono con le idee abbastanza chiare – ha spiegato un altro commerciante di viale Italia – e chiedono direttamente di un capo specifico che dopo la prova (qualora non dovesse essere acquistato, ndr) provvediamo a sanificare, facendolo areare per 24 ore».

Insomma, «la rete ci è servita molto», ha proseguito la commerciante che spera ora in un futuro, prossimo, migliore.

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