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Ladispoli, alla Recin cancelli chiusi

Mancano le autorizzazioni del comune e la ditta ha dovuto sospendere il servizio

Ladispoli, alla Recin cancelli chiusi

A nulla è servito aver presentato domanda di delocalizzazione in altro sito allo scadere dell’ultimatum. Per l’impianto Recin in zona Olmetto Monteroni la chiusura è stata inevitabile.

La ditta che si occupa di ricevere i materiali di risulta come calcinacci e i residui da giardino, nei giorni scorsi ha definitivamente chiuso i suoi cancelli. Dopo un lungo procedimento davanti al tribunale amministrativo del Lazio contro il Comune di Ladispoli, la ditta si è vista respingere il suo ricorso. Niente rinnovo delle autorizzazioni, dunque, per proseguire la sua attività sul territorio comunale ladispolano. Dopo la sentenza del Tar la società aveva già chiesto e ottenuto al vicino comune di Cerveteri, l’autorizzazione per la realizzazione di un impianto sul suo territorio. Ma per farlo ovviamente aveva e ha bisogno di tempo. Tanto che Recin auspicava nel poter proseguire nelle attività sul territorio ladispolano fino all’avvenuta realizzazione del nuovo impianto.

Ladispoli, alla Recin cancelli chiusi
Ladispoli, alla Recin cancelli chiusi

E proprio questa speranza aveva portato la ditta a presentare all’ex provincia di Roma la richiesta di delocalizzazione, nella speranza che l’iter di chiusura, almeno per il momento potesse essere evitato. Ma i primi segnali che qualcosa stava per cambiare si sono avuti quando da palazzo Falcone hanno sospeso la convenzione con la Recin per il conferimento dei materiali di risulta, affidandolo ad altro impianto. In quei giorni si era verificato un po’ di trambusto all’interno dell’isola ecologica di via Roma, con la ditta Massimi che rispediva indietro i cittadini che vi si recavano per conferire materiali da giardino e calcinacci. “Emergenza” rientrata successivamente con la stipula della nuova convenzione con altro impianto. In quel caso l’impianto, però, almeno per i privati e per il Comune di Cerveteri aveva continuato a funzionare. Fino all’altro giorno, quando dalla Provincia è arrivato lo stop definitivo a causa delle autorizzazioni del comune di Ladispoli scadute e che di fatto impedivano il proseguimento dei lavori.

L’unica soluzione per poter salvare i posti di lavoro e il territorio da un possibile “scempio” ambientale (c’è già chi ha iniziato a scaricare illecitamente i propri rifiuti nelle zone periferiche del territori) sarebbe una nuova ordinanza, temporanea, da parte dell’amministrazione ladispolana all’impianto dei Monteroni. In questo modo il sito potrebbe continuare a funzionare in attesa della realizzazione del nuovo impianto su territorio cerite. Qualora però non si dovesse giungere a una soluzione di questo genere, a rischio ci sarebbero anche i posti di lavoro. Con l’impianto chiuso, infatti, i dipendenti fino ad oggi impiegati al suo interno, potrebbero presto essere ritrovarsi senza più un lavoro.

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