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Ladispoli: aggressione a piazza Rossellini, Orefice condannato a 3 anni

I fatti risalgono allo scorso anno. Nel pestaggio la vittima perse l’uso di un occhio. Assolti gli altri due imputati. Stralciata la posizione della sorella di Orefice di cui si discuterà a novembre

Ladispoli: aggressione a piazza Rossellini, Orefice condannato a 3 anni –

Tre anni per Emanuele Orefice e assoluzione per gli altri due imputati. Questa la sentenza del tribunale di Civitavecchia nel procedimento contro Emanuele e Vincenzo Orefice e Massimiliano Paolella, accusati dell’aggressione avvenuta a Piazza Rossellini lo scorso anno ai danni di un giovane di 29 anni del posto che gli causò l’indebolimento di un occhio.

Ladispoli aggressione piazza Orefice

Il pm aveva chiesto 4 anni e 2 mesi per Emanuele Orefice e due anni per Vincenzo Orefice e Massimiliano Paolella. Secondo le prime indagini dei Carabinieri della stazione di via Livorno ai quali si rivolse Bertazzoni, tutto sembrava essere partito dal mancato invito a una festa per la fine dell’amicizia tra la vittima e uno degli Orefice.

Dalle indagini, avvenute nelle ore successive, emersero anche dei messaggi molto duri tra le parti. I due fratelli Orefice e il cognato Massimiliano Paolella finirono in carcere con il più grande dei due fratelli, Emanuele Orefice, che si assunse la piena responsabilità di quanto accaduto. Lo scorso marzo il più piccolo dei fratelli e Paolella furono scarcerati.

Ieri la sentenza per i tre: Tre anni per Emanuele Orefice con condanna al risarcimento del danno e delle spese legali e assoluzione per gli altri due per non aver commesso il fatto, mentre è stata stralciata la posizione della sorella dei fratelli Orefice della quale si discuterà a novembre. Non è escluso che il legale del 32enne, che al momento si trova ai domiciliari con i permessi di lavoro, presenterà ricorso in Appello contro la sentenza del giudice del tribunale di Civitavecchia, chiedendo una riduzione della pena per le attenuanti generiche.

«Il giudice ha dato il minimo della pena previsto in questi casi – ha spiegato il legale Pietro Messina – Orefice si è subito assunto la responsabilità dell’accaduto. Ha una famiglia, un lavoro e si è trattato di un fatto circoscritto dove Bertazzoni ha avuto, purtroppo la peggio. Dalle registrazioni delle telecamere – ha proseguito il legale – abbiamo visto che si è trattato di uno scontro preparato».

Soddisfatto il legale del fratello di Orefice e di Massimiliano Paolella: «Il tribunale ha accolto la tesi difensiva – ha detto l’avvocato Carmelo Antonio Pirrone – condividendo i profili di estraneità dai fatti così come contestati a carico di Vincenzo Orefice e Massimiliano Paolella. Attendiamo il deposito dei motivi della sentenza. I miei assistiti valuteranno l’eventualità di assumere iniziative giudiziarie nei confronti dei soggetti che hanno sporto querela, per la quale hanno dovuto subire ingiustamente la carcerazione cautelare».

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