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«La bambina è rimasta a Ladispoli su indicazione dei servizi sociali»

Il papà di Stella, la bimba affidata alla zia materna, chiarisce la sua posizione

«La bambina è rimasta a Ladispoli su indicazione dei servizi sociali» –

«Non ho mai avuto problemi di tossicodipendenza», «il viaggio a Torino non era per il padre morente ma per far visita a un amico di famiglia», «la bambina è rimasta per l’estate come ogni estate da 3 anni».

Non ci sta il papà di Stella (nome di fantasia, ndr) al racconto del legale della ex compagna, l’avvocato Catia Pichierri, circa il “blocco” della bambina a Ladispoli dopo il locdown e il suo mancato rientro a Broni una volta riaperti i confini regionali.

Il genitore cerca di ripercorrere passo dopo passo quanto accaduto, prendendo le distanze da alcune affermazioni. In primis tiene a precisare che la sua responsabilità genitoriale è stata sospesa, mentre quella della madre è decaduta «in quanto referti medici affermano di una sua personalità disturbata, borderline».

Tutto era nato dopo la separazione dei due, a fronte anche di alcune denunce sporte dalla donna per violenza domestica.

I due si separano, la bambina inizialmente viene affidata alla madre anche se la responsabilità genitoriale di entrambi i genitori viene sospesa.

La madre parte per Torino con la figlia per salutare il padre sul letto di morte e al suo ritorno la nuova decisione del Tribunale per i minori di Roma: decadenza della responsabilità genitoriale per lei e affidamento a una zia materna residente a Broni per Stella, con il padre che può vedere la figlia durante le feste e le vacanze.

Ed è anche sull’ultimo fattore scatenante l’allontanamento di Stella dal tetto materno che il papà mette i puntini sulle “i”: «Il viaggio a Torino non era per il padre morente ma per far visita a un amico di famiglia per due volte in periodi differenti» e «senza comunicarlo al padre».

Arriviamo poi al lockdown e al “blocco” di Stella a Ladispoli: «La bambina – ha precisato il padre – è venuta a Roma il 22 febbraio per le feste di carnevale, è rimasta qui a Ladispoli per l’emergenza coronavirus, stabilito dai servizi sociali ed è rimasta per l’estate come ogni estate da 3 anni, aspettando nel frattempo l’udienza del 28 luglio 2020».

Il papà di Stella allontana da se anche i reati penali che gli vengono “contestati” e il suo stato di tossicodipendenza. «Non ho mai avuto problemi di tossicodipendenza e tra l’altro, ho effettuato le analisi tossicologiche per dimostrare il contrario.

Il reato penale di cui si fa riferimento è l’accusa di violenza domestica denunciata dalla signora di cui sono stato completamente assolto dal tribunale di Civitavecchia. Ho effettuato tutti i percorsi personali con le assistenti sociali e la psicologa, tutte le analisi per difendermi dalle accuse della signora. Ho una nuova compagna da anni e un figlio. Siamo una famiglia e la bambina è felice. Quale tribunale per i minori e servizi sociali affiderebbero una bambina a casa di un padre tossicodipendente?».

E chiarisce: «La madre comunica con la bambina regolarmente ogni sabato con chiamate o videochiamate stabilite dai servizi sociali e ha ripreso a incontrare, dopo l’emergenza sanitaria, la bambina in presenza di una psicologa educatrice».

Il tutto stabilito «dai servizi sociali di Ladispoli e Broni». «I documenti – ha concluso il papà di Stella – parlano chiaro».

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