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Il 19 gennaio a Cerveteri la Commemorazione in memoria di Bettino Craxi

Domenica in Piazza Aldo Moro alle ore 11

Il 19 gennaio a Cerveteri la Commemorazione in memoria di Bettino Craxi

La capacità di comprendere e di agire, e le responsabilità che queste capacità portano con loro, non sono cose facili con cui convivere. Oggi più che mai questi attributi sono più nemici di chi ci convive che non vantaggi.

Un esempio è stato il compagno Bettino Craxi che all’epoca dello scandalo, per volontà dei molti potenti internazionali a cui aveva fatto capire che “l’Italia ERA una nazione sovrana”, avrebbe dovuto abbandonare la scena politica internazionale senza possibilità di replica o di ritorno. E quale soluzione migliore se non cancellarlo dallo scacchiere politico italiano per impedirgli di nuocere ai poteri forti europei. Era un uomo speciale Craxi, o come noi socialisti dei bei tempi lo chiamiamo amichevolmente “Bettino”.

Era una persona e una personalità con le sue ombre, come tutti, allora come oggi, sulla scena politica. Ma, al di là della sfera personale e dei propri interessi, era un grande uomo e soprattutto un grande politico e per questo non avvezzo al compromesso facile e o alle scelte di comodo.

Molto e per molto si è detto e scritto su di lui allora. E oggi tutto torna perché, tra 3 giorni il 20-1-2020, ricorrerà il ventesimo anniversario dalla sua morte. Allora fu protetto da pochi e condannato da tutti per il suo ruolo nel colossal della politica italiana corrotta.

Oggi, che la politica italiana non è più un colossal ma una commedia a basso budget con attori scarsi per preparazione e spessore, il suo ruolo e il suo valore sono apprezzati. E chissà che tra qualche anno anche per lui non si usi la frase: “quando c’era Lui”.

Sta di fatto che Bettino Craxi fu “semplicemente” eliminato dalla scena politica, semplicemente perché, per peso politico e preparazione, avrebbe potuto intralciare i progetti di tutti quegli “europeisti sbagliati” che senza di lui hanno avuto campo libero. Quelli che senza di lui ci hanno portato la moneta unica. Quelli che, senza di lui e chi era come lui, hanno indirizzato l’Unione Europea verso una politica di pacifica convivenza con i paesi del medio oriente. Quella politica che oggi ha piegato l’Italia e solo Italia, sotto il peso del debito pubblico, dell’ingovernabilità, dell’immigrazione.

Anche Craxi ha avuto le sue colpe sia chiaro. Ma, con il senno di poi, il suo più grande errore fu solo di illudersi che ragionevolezza e onore avrebbero prevalso e che il caso politico del “finanziamento illecito” dei partiti, diffuso e radicato ancor prima che egli si affacciasse alla politica, si sarebbe ridotto a ciò che era e che non avrebbe invece segnato per sempre la fine della nazione Italia. Tanto più che tale fenomeno altro non era che l’inevitabile effetto degenerato dell’usanza avviato dagli americani, subito dopo la costituzione della Repubblica, dei famosi pacchi di pasta ed “altro” regalati a chi li appoggiava. Ma così è stato, quel caso ha distrutto lui, gli altri uomini politici del suo tempo ed i 5 principali partiti italiani dell’epoca, i soli cinque baluardi tra la nostra bella nazione e i nuovi progetti degli “europeisti”.

Un’ultima cosa desideriamo aggiungere noi vecchi socialisti, un monito per chi oggi scrive la cronaca di quei tempi e per chi domani la imparerà da quegli stessi testi: che nessuno dotato di un minimo di pudore ed onesta parli di latitanza, perché latitante è colui che scappa agli effetti dell’applicazione della Giustizia, mentre esiliato è colui che si sottrae agli effetti della strumentalizzazione della giustizia per scopi avversi all’interesse collettivo.

Oggi forse, grazie al film di Amelio e alla superba interpretazione di Pierfrancesco Favino, la cronaca di oggi, quella stessa che domani sarà storia, ha iniziato a restituire a Craxi ed al PSI onore, rispetto e giustizia. Per fare la nostra parte in questo cambiamento Vi invitiamo a partecipare alla commemorazione che si terrà il 19-1-2020 domenica alle 11 in piazza Aldo Moro a Cerveteri davanti il Monumento ai Caduti.

Pio De Angelis

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