Intervista a Roberta Giangiulio: “Resettiamo tutto e condividiamo le cose da fare”
di Giovanni Zucconi
Sulla Fiera dei Saperi e dei Sapori, anche sulle nostre pagine, hanno parlato tutti. Hanno parlato i politici. Hanno parlato gli organizzatori. Ha parlato l’Amministrazione. Hanno parlato i commercianti di Cerveteri.
Fino a questo momento non avevano ancora parlato gli standisti che hanno partecipato alla fiera. Per questo abbiamo accettato la richiesta di una standista, Roberta Giangiulio, di condividerci le sue posizioni e quelle dei suoi colleghi. Roberta Giangiulio è una commerciante di Cerveteri, che nelle varie manifestazioni presenta i suoi prodotti artistici. Le sue “emozioni”, come li chiama lei.
Le interviste non vanno commentate. Ma si può fare una sintesi, che può essere naturalmente condivisa oppure no. In questo caso è evidente che la signora Giangiulio ha spostato il confronto, che fino a questo momento si è mantenuto su un livello politico, amministrativo o economico, su un piano umano. Non si è parlato di politica, di organizzazione o di affari. Si è parlato di persone.
Quanto può contribuire questo suo intervento al confronto in atto? Forse a poco. Business is Business. La Politica e la Politica. Ma, ogni tanto, ricordare che dietro le cose ci sono le persone, è un modo per umanizzare un confronto spesso condotto solo a distanza sui social. Come le guerre moderne. Dove spari un missile e non vedi, o non conosci, la famiglia che abita nel palazzo che stai per distruggere.
Signora Giangiulio, perché ha sentito la necessità di chiamarci?
“Innanzitutto, per poter rispondere sullo stesso giornale dove altri hanno espresso la loro opinione. Mi ha fatto molto male leggere quanto è stato scritto, anche sui social. Mi ha fatto molto male leggere che noi eravamo “insulse bancarelle”, o “bancarelle di cineserie”, o “improbabili bancarelle”. Mi ha fatto male perché dietro quelle insulse bancarelle, ci sono delle vite. Ci sono degli impegni quotidiani. Ci sono delle famiglie e delle persone che vanno rispettate. Tante di quelle persone si alzano prima dell’alba, nonostante alcune abbiano superato anche una certa età. E che si chinano a raccogliere i frutti della Madre Terra anche alle quattro di mattina. Forse queste insulse bancarelle sono l’unico sostentamento per le loro famiglie.”
Capisco cosa vuole dire. Ci sta ricordando che non ci si può mai dimenticare che dietro ogni scontro ci sono sempre delle persone. Magari fragili
“Dietro quelle insulse bancarelle c’è un mondo. C’è una persona. C’è una famiglia. E bisogna rispettarle.
Cosa si aspetta da questa intervista?

“Mi aspetto che non vengano più usati certi aggettivi accanto alla “bancarella”. E mi aspetto di ridare un po’ di autostima a tutti quelli che hanno partecipato all’ultima edizione della fiera, e che dopo gli attacchi social l’avevano persa.”
Non poteva semplicemente rispondere sulle pagine social, così come hanno fatto in molti?
“Perché io non sono un profilo Facebook. Io sono una persona. Con dietro una casa e una famiglia. E non volevo che si trattasse questo tema come una questione social. Ma come una questione concreta e reale. E finché il confronto è solo suoi social, tu dietro quella “bancarella di cineserie” non sai cosa c’è. Non conosci il sostentamento economico che rappresenta. Non conosci il sostentamento anche psicologico, come nel mio caso, che questa attività rappresenta. Siamo persone. Siamo famiglie. E dobbiamo essere rispettate come tali.”
Non pensa che questo suo intervento possa venire strumentalizzato, e che si riaccendano i toni e la polemica?
“Non mi toccano gli aspetti politici o personali. A me interessa che si possa fare qualcosa di utile per la città. Se proprio vogliamo dirla tutta, dal punto di vista politico io sono proprio all’apposto rispetto a questa amministrazione e a chi ha organizzato questa fiera”
Ma non potrebbe essere che questa fiera sia stata semplicemente organizzata male?
“Qualsiasi cosa è migliorabile. Ma basta parlarsi e trovare una soluzione migliore, se esiste.”
Ci sono le firme dei commercianti a sostegno delle posizioni contrarie a come è stata organizzata la fiera
“Anche chi ha uno stand è un commerciante. Secondo me, in modo molto umile, tutti devono rivedere le loro posizioni. Resettiamo tutto, e condividiamo insieme le cose da fare. Mettiamoci intorno ad un tavolo, e decidiamo, tutti insieme, le cose da fare. Ripartiamo da zero”
Ma perché, secondo lei, non è stato fatto prima?
“Perché è mancato il senso di unione. La voglia di voler fare insieme le cose per la nostra città. La politica ha sicuramente pesato. Ma, come in tutte le cose, la colpa non stanno mai solo da una parte sola.”
Speriamo che prevalga il buon senso. Ma lei è ottimista? La Fiera dei Saperi e dei Sapori continuerà ancora?
“Sono assolutamente ottimista. Nessuno di noi ha intenzione di finire qui questa esperienza. Nella maniera più assoluta”
Come vede la possibilità che la fiera si svolga più a piazza Aldo Moro?
“Se si deciderà questo, andrà benissimo. Ma naturalmente questo poi dovrà valere per tutti gli altri eventi. Per un buon senso, e per il rispetto di tutti.”