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Evasione fiscale in Italia, un’emergenza senza fine: i numeri aggiornati

Evasione fiscale in Italia, un’emergenza senza fine: i numeri aggiornati –

L’evasione fiscale continua a rappresentare una delle principali piaghe economiche e sociali dell’Italia. Secondo le ultime stime del Ministero dell’Economia e delle Finanze, il cosiddetto “tax gap” – ossia la differenza tra le imposte che lo Stato dovrebbe incassare e quelle effettivamente riscosse – si aggira attorno ai 90-100 miliardi di euro l’anno. Una cifra che pesa come un macigno sui conti pubblici e riduce le risorse disponibili per servizi fondamentali come sanità, istruzione e infrastrutture.

Le forme di evasione sono molteplici: dal mancato rilascio di scontrini e fatture, al lavoro nero, fino a sofisticate operazioni di elusione internazionale. A essere coinvolti non sono solo piccoli commercianti o professionisti, ma anche grandi imprese che sfruttano paradisi fiscali e regimi agevolati all’estero.

Il governo negli ultimi anni ha intensificato gli sforzi per contrastare il fenomeno, puntando soprattutto sulla digitalizzazione. L’introduzione della fatturazione elettronica e dei pagamenti tracciabili ha permesso di ridurre una parte dell’evasione, ma i risultati restano ancora parziali. L’Agenzia delle Entrate, inoltre, sta rafforzando l’uso di algoritmi e banche dati incrociate per individuare comportamenti sospetti.

Gli economisti sottolineano che, oltre ai controlli, è necessario un cambiamento culturale: in Italia l’evasione è spesso percepita come una “furbizia” e non come un danno collettivo. Secondo diversi studi, se l’intero gettito evaso fosse recuperato, sarebbe possibile ridurre significativamente la pressione fiscale su famiglie e imprese oneste.

L’evasione fiscale non è dunque solo una questione di legalità, ma anche di equità sociale e di competitività economica. Senza un’inversione di tendenza, l’Italia continuerà a inseguire la crescita con risorse limitate, penalizzando chi le tasse le paga regolarmente.