“Solo la forza di volontà delle famiglie sta facendo venire a galla la verità”
“Marco Vannini, ucciso a Cerveteri dallo pseudosuocero con un colpo di pistola, e Stefano Cucchi, massacrato di botte dopo un arresto, sono storie molto diverse.
Stefano era un ragazzo difficile, con una vita complicata alle spalle e con problemi personali che ha pagato a un prezzo troppo alto.
Marco non era nulla di tutto questo: ha solo commesso l’errore di innamorarsi di una ragazza con un padre sbagliato. Due storie diverse che però pongono lo stesso tema: come magistratura, forze dell’ordine e istituzioni possono e devono difendere i giovani.

Marco e Stefano erano due ragazzi che potevano essere salvati: Cucchi se non fosse stato massacrato a botte e calci in faccia come sta finalmente emergendo oggi nel processo grazie alla testimonianza di un carabiniere pentito; Vannini se fosse stato soccorso in tempo dopo lo sparo e se non fossero stati messi in atto assurdi depistaggi.
Può essere tuttavia ancora salvato il senso di giustizia in questo Paese: magistratura e forze dell’ordine, a cui va il mio totale rispetto, hanno avuto e hanno in questo senso una enorme responsabilità.
Solo la forza di volontà delle famiglie (in particolari di due donne forti e coraggiose: la sorella di Stefano e la mamma di Marco) sta facendo venire a galla la verità.
Visto che non siamo riusciti a salvare questi due giovani, almeno salviamo l’onore dello Stato italiano, della magistratura e delle forze dell’ordine non creando due obbrobri giurisprudenziali.
Mai più morti di stato”.
Così il senatore Dessì (5 Stelle) sul proprio profilo social









