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Cerveteri, vent’anni non sono bastati per risolvere la questione della riconversione dell’ex cabina dell’Enel della Boccetta

di Giovanni Zucconi

Da più di vent’anni uno spettro si aggira per la Boccetta: lo spettro dell’ex cabina dell’Enel.

L’incipit è sicuramente un po’ pomposo, e di sentori vagamente marxisti, ma adeguato a introdurre una questione che si trascina a Cerveteri da più di venti anni. Una questione tutto sommato apparentemente semplice, ma che è passata, in un modo o nell’altro, sul tavolo di ben sei amministrazione diverse, senza che si sia trovata una soluzione definitiva.

Cerveteri, vent’anni non sono bastati per risolvere la questione della riconversione dell’ex cabina dell’Enel della Boccetta
Cerveteri, vent’anni non sono bastati per risolvere la questione della riconversione dell’ex cabina dell’Enel della Boccetta

Stiamo parlando di quella costruzione che un tempo fu una cabina dell’Enel, e che adesso campeggia sul largo della Boccetta senza alcuna utilità.Togliendo, a detta di alcuni, la visuale verso il Belvedere e uno spazio che potrebbe essere utilizzato in modo migliore. È una costruzione di proprietà del Comune di Cerveteri, che aspetta da anni di conoscere il proprio destino.E con essa aspettano tutti quelli che vorrebbero che si valorizzasse questo suggestivo angolo di centro storico, che si trova proprio vicino le mura merlate che si affacciano in direzione del mare.I più interessati a questa riqualificazione sono sicuramente soprattutto i commercianti, che aspettano da anni un progetto socialmente e urbanisticamente valido, che possa rilanciare il quartiere anche dal punto di vista economico.

Non voglio annoiarvi con la lunga e articolata cronistoria, lunga cinque sindaci e sei amministrazioni, che si protrae almeno dalla fine degli anni ’90. Mi limiterò a tracciare velocemente i momenti più significativi. La storia inizia con l’Amministrazione guidata dal Sindaco Guido Rossi, che iniziò il suo mandato nel 1998, che acquistò la costruzione dall’Enel per un centinaio di milioni. L’idea era quella di abbatterla, per ricavarne una piazza che desse un respiro più ampio alla viabilità di questo angolo della Boccetta. Guido Rossi non riuscì a portare a termine il suo progetto, e la questione passò in mano al Sindaco Antonio Brazzini.Che però abbandonò il vecchio progetto di demolizione, per proporre la riconversione dell’edificio in un centro culturale, con annesso teatro.

Da qui parte un’imbarazzante sequenza di finanziamenti ricevuti e mai utilizzati, per motivi sostanzialmente burocratici. I finanziamenti, rispettivamente di 300.000 e di 240.000 euro, sono andati persi, credo definitivamente. Sono stati utilizzati solo 60.000 euro per rifare il tetto che era pericolante. Da ricordare, che purtroppo le gronde di rame che erano state montate sul tetto, sono state nel frattempo rubate. Per il resto, per un motivo o per l’altro, ci siamo sempre fermati a livello di progetto approvato, ma mai partito.Questa, semplificando, è la storia dell’edificio simbolo della Boccetta.

Cerveteri, vent’anni non sono bastati per risolvere la questione della riconversione dell’ex cabina dell’Enel della Boccetta
Cerveteri, vent’anni non sono bastati per risolvere la questione della riconversione dell’ex cabina dell’Enel della Boccetta

Abbiamo sentito, per conoscere eventuali aggiornamenti, l’attuale diretto interessato alla questione: l’Assessore ai Lavori Pubblici, Matteo Luchetti. Che purtroppo ci ha confermato che attualmente la questione è in una fase di stallo.

Quando si scrivono queste cronache è facile gridare allo scandalo, anche se sapete quanto sia lontana da me questa abitudine. Ma è indubbiamente difficile, in questo caso, non sottolineare lo spreco di denaro pubblico e l’incapacità dei nostri amministratori di gestire questo progetto neanche tanto complesso. Credo che sia arrivato il momento, dopo 25 anni, e almeno 60.000 euro già spesi, nell’ottica di rilanciare il centro storico di Cerveteri, di trovare finalmente una soluzione per sistemare l’ex cabina dell’Enel.

Ancora oggi tutte le ipotesi sono ancora sul tavolo: demolizione o utilizzo come centro culturale. Scegliamone una. E cerchiamo di trovare i soldi per realizzarla. O, in mancanza di finanziamenti, proviamo a immaginare delle soluzioni più fantasiose. Come, per esempio, dare la ex cabina in comodato d’uso gratuito, a fronte di un investimento, ad un soggetto che si impegni ad investire per realizzare e gestire un centro culturale.

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