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Cerveteri, un convegno sugli anziani fragili: tra invecchiamento attivo e nuove sfide sociali

Il 23 settembre nella Sala Ruspoli confronto tra istituzioni, sanità e associazioni. Sul tavolo i bisogni della popolazione over 60 e la proposta di un Centro Diurno dedicato

Cerveteri, un convegno sugli anziani fragili: tra invecchiamento attivo e nuove sfide sociali –

La popolazione invecchia, e con essa crescono i bisogni legati alla salute e al benessere sociale. A Ladispoli e Cerveteri oltre un cittadino su cinque ha più di 60 anni, e tra questi più di un quarto ha già superato gli 80. Un dato destinato ad aumentare nei prossimi anni, seguendo il trend nazionale.

Per riflettere su queste trasformazioni e sulle risposte da mettere in campo, lo Spi Cgil e l’Auser promuovono un convegno dal titolo “La popolazione anziana fragile e i suoi bisogni”, in programma venerdì 23 settembre alle ore 16.00 nella Sala Ruspoli di Cerveteri.

Al centro del dibattito il tema dell’invecchiamento attivo, con attività e politiche capaci di favorire autonomia e benessere, ma anche la questione della non autosufficienza, che riguarda un numero crescente di persone. «Il sistema sanitario e quello di protezione sociale – sottolineano gli organizzatori – devono farsi carico di una fascia di popolazione sempre più numerosa e fragile».

Il programma prevede gli interventi della Dott.ssa Alessandra Petruio, Direttrice del Distretto socio-sanitario, sul ruolo delle Case di Comunità; delle Dott.sse Carola D’Arco e Cinzia Paolini sul Centro di assistenza domiciliare; della Dott.ssa Giorgia Medori sugli interventi previsti dal Piano sociale di zona; di Cinzia Vincenti, Segretaria dello Spi Cgil Roma nord, Viterbo e Civitavecchia, sulle criticità normative; e infine delle cooperative Cassiavass, La Goletta e La Solidarietà, che presenteranno un progetto per un Centro Diurno per anziani fragili.

Un servizio oggi assente sul territorio ma ritenuto cruciale: garantirebbe socialità, mantenimento dell’autonomia e sostegno concreto alle famiglie, prevenendo l’isolamento e l’istituzionalizzazione impropria delle persone non autosufficienti.