Il racconto di un alunno dell’istituto comprensivo Giovanni Cena
Cerveteri, “la mia esperienza Erasmus”
di Claudio Tomasicchio
Oggi non esistono più confini definiti, e questo è un bene perché ci permette di 6allargare i nostri orizzonti e di appagare il nostro desiderio di incontrare culture e tradizioni diverse dalle nostre. Ho provato questo sentimento, grazie alla mia partecipazione ai progetti Erasmus proposti da questa scuola, che non ringrazierò mai abbastanza per l’ opportunità concessami.
Fortunatamente ho avuto modo di partecipare all’ Erasmus e scambi culturali più volte. Prima di quest’anno l’avevo fatto indirettamente tramite mio fratello: abbiamo conosciuto una famiglia olandese meravigliosa con la quale ci sentiamo tutt’oggi, e che abbiamo incontrato l’ultima volta praticamente 1 mese fa. Da questo punto di vista sarò sempre grato all’Erasmus, che mi ha permesso di entrare in contatto con culture e storie diverse consentendomi di capire le persone con le quali mi relazionavo.

Il mese scorso ho partecipato direttamente a due progetti. E ne sono uscito entusiasta. La prima volta ho ospitato un ragazzo di 18 anni proveniente dalla Lituania: ero un po’ spaventato all’idea di ospitare Gabrielius, che era più grande di me e pure di mio fratello. Alla fine però si è rivelata una bella esperienza. Ho socializzato con il gruppo dei ragazzi lituani particolarmente, ma voglio ricordare anche la presenza dei turchi e dei rumeni. Sarei voluto ritornare indietro e ritrascorrere quella settimana altre 10 000 volte. Ancora però non sapevo cosa mi aspettava in Portogallo.
Stavolta venivo ospitato io. Era la prima volta che non mi preoccupavo per il viaggio in aereo o per la famiglia che mi ospitava: e facevo bene. La famiglia di Afonso è una famiglia fantastica. Unita, tradizionale, calorosa e soprattutto ospitale. Si, ho trovato nei portoghesi una società molto molto ospitale che dà molta importanza a questo valore.
La loro scuola è fantastica. Si certo, si tratta di un college, ma rimane pur sempre fantastica. Le tante pause e ricreazioni consentono di vivere con spensieratezza le lezioni, tanto da farti venir voglia di prenderne parte. Per questo non era una scuola noiosa. Per non parlare poi della struttura. Si potevano così trascorrere le pause nel modo a noi più congeniale: si andava dal semplice parlare con gli amici, allo sfrenato sport. Io preferivo sempre la seconda opzione. Ho conosciuto tante persone stupende, che col tempo sono diventati miei amici. Ma… giusto in uno-due giorni voglio dire. Non dimenticherò mai questo sentimento, l’amicizia, che mi ha legato a tanti ragazzi in quei giornitrascorsi al college. Devo ammettere poi che io ero uno dei pochi, se non l’unico, che passava il tempo più con i portoghesi che con gli altri “stranieri” in terra iberica.
Lisbona è poi magnifica. Mi è piaciuta tantissimo. Mi sono sentito come un turista a Roma. I panorami e i paesaggi sono uno spettacolo straordinario. E in quei luoghi ai confini d’Europa immaginavo di essere uno alpinista alla fine di una scalata. Mi sentivo realizzato.
Si potevano fare anche corsi pomeridiani di arte e musica. È la musica che mi ha permesso di andare a Lisbona, e sarò sempre grato alla prof.ssa Lupo, che mi ha dato una seconda opportunità dopo la mancata occasione in Polonia, e al Professor Bracci, che con tutta la pazienza del mondo è riuscito a inserirmi nel gruppo degli strumentisti (c’erano sax contralto, tromba, chitarra classica, chitarra elettrica, e poi io, che con i miei flauti spuntavo in mezzo a tutti), senza dimenticare la gentilezza e l’affetto della maestra Timpano. Tutto ciò ha permesso una buona riuscita del concerto, giusto l’ultimo giorno.
Non piangevo ma volevo farlo. Quando me ne sono andato ho espresso il desiderio di andare a vivere in Portogallo, lì ad Almada, un giorno… e tornato a casa ho capito quanto sono importanti le lingue per muoversi nel mondo.
Insomma, l’Erasmus è proprio un arricchimento mentale e culturale. Aiuta a capire cosa sono gli altri paesi ma anche a capire cos’è il tuo paese. Il prossimo anno alle superiori non so se rivivrò cose simile a quelle di quest’anno. Spero di partecipare (anche indirettamente) agli Erasmus successivi della nostra scuola media, per quanto riguarda la musica.









