Cerveteri

Cerenova, quelle aree “condominiali” che tutti usano, chi deve curarle e manutenerle?

Cerenova, quelle aree “condominiali” che tutti usano, chi deve curarle e manutenerle? – di Giovanni Zucconi

Cerenova, quelle aree “condominiali” che tutti usano, chi deve curarle e manutenerle?
Cerenova, quelle aree “condominiali” che tutti usano, chi deve curarle e manutenerle?

Lega Salvini Premier Cerveteri, in un post su Facebook, denuncia il degrado di alcune aree private di Cerenova: cortili, vialetti e marciapiedi formalmente condominiali, ma da anni aperti al transito dell’intera cittadinanza. E si chiede se non sia il Comune a doversene occupare. Oppure se, al contrario, spettino ai proprietari le spese di manutenzione e di messa in sicurezza.

Il tema non è solo politico. E soprattutto non è di facile interpretazione. La giurisprudenza degli ultimi trent’anni offre risposte non sempre univoche. Oscillando fra l’obbligo di una custodia pubblica, e quello del privato che ha il possesso dell’area.

È evidente che la Lega Salvini Premier Cerveteri, con il citato post, tende più a sottolineare le responsabilità dell’Amministrazione comunale. Sulla carta, la tesi dell’opposizione trova un forte appiglio in una sentenza della Cassazione del 2010. Secondo cui l’amministrazione che “consente alla collettività l’utilizzazione di un’area privata per pubblico transito” assume il dovere primario di vigilare e intervenire perché la manutenzione non sia trascurata.

La sentenza afferma che l’inosservanza di tale obbligo fa scattare la responsabilità civile per eventuali danni che possono subire i cittadini durante il transito in queste aree. In altre parole, se qualcuno si fa male, è l’Amministrazione a dover pagare i danni.

Nello stesso solco si colloca un’ordinanza del 2017, sempre della Cassazione: anche su porzioni di proprietà privata adiacenti alla via pubblica, se da esse può derivare pericolo, il Comune deve “metterle in sicurezza o vietarne l’uso”.

Cerenova, quelle aree “condominiali” che tutti usano, chi deve curarle e manutenerle?
Cerenova, quelle aree “condominiali” che tutti usano, chi deve curarle e manutenerle?

Sempre su questa linea interpretativa c’è una sentenza del Tribunale di Potenza, che ha escluso la responsabilità del condominio per la caduta di un pedone su un marciapiede condominiale aperto a tutti. Ritenendo come custode effettivo l’Amministrazione locale proprio perché ne governa di fatto l’uso.

Tutto semplice allora. Le sentenze ci sono per dirimere la questione. Niente affatto. Perché non mancano però decisioni di segno opposto. Per esempio, la Corte d’appello di Salerno, con una sentenza del 2023, ha affermato che la custodia di un marciapiede condominiale rimane in capo ai proprietari. Mentre al Comune spetta solo un potere di controllo. Se l’ente non impone la messa in sicurezza, può rispondere per omessa vigilanza, ma non è tenuto a sostituirsi ai privati nei lavori.

Dal punto di vista delle sentenze, e quindi delle interpretazioni delle leggi, il risultato è un quadro a due binari. Possiamo semplificare in questo modo: quando il Comune “accetta” l’uso pubblico di fatto, per esempio inserendo quei percorsi nella segnaletica o nell’illuminazione, la giurisprudenza più recente tende a imporre all’ente un obbligo di manutenzione diretto. Quando invece l’accesso è tollerato ma non formalizzato, i giudici possono considerare il condominio custode principale, lasciando al Comune soltanto poteri d’ordine e, se necessario, di interdizione all’uso pubblico.

Cerenova, quelle aree “condominiali” che tutti usano, chi deve curarle e manutenerle?

Premesso tutto questo, cosa può o deve fare allora l’amministrazione di Cerveteri? La strada dell’acquisizione gratuita o onerosa eliminerebbe ogni dubbio, ma imporrebbe nuove importanti spese alle casse comunali. Un’alternativa meno costosa sarebbe l’adozione di ordinanze che intimino ai proprietari interventi immediati, con eventuale esecuzione in danno e rivalsa delle spese.

Comunque, una strada bisognerà sceglierla. Se quelle vie restano aperte al pubblico, lo stato di abbandono, “sembra Beirut”, scrive la Lega, non è più tollerabile. Perché la sicurezza dei cittadini non può dipendere dal rimpallo di competenze. Anche se giustificato da una giurisprudenza purtroppo non univoca.

Bisognerà prendere decisioni forti. Qualunque esse siano. Che sia l’ingresso nel patrimonio comunale delle aree, con il conseguente accollamento anche dei costi di gestione e di manutenzione, o che sia un’azione più energica nei confronti dei condomìni.