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Santa Marinella, Norma Cossetto: la Meloni attacca l’Anpi

Per il leader di Fratelli d’Italia è “Vergognoso chi ancora nega la drammatica fine della giovane donna”. L’associazione partigiana aveva infatti mal digerito attraverso un comunicato la decisione del consiglio comunale di dedicarle una strada della città

Santa Marinella, Norma Cossetto: la Meloni attacca l’Anpi –

Norma Cossetto

“È vergognoso che, ancora oggi, ci sia chi non voglia riconoscere la veridicità dell’eccidio delle Foibe”.

Così Giorgia Meloni, che attraverso la sua pagina Facebook denuncia la presa di posizione dell’Anpi sul tema del genocidio degli italiani sul confine orientale. Sempre all’insegna del revisionismo sul tabù del genocidio titino e dell’esodo giuliano-dalmata.

“Come nel caso di Norma Cossetto”, aggiunge la leader di Fratelli d’Italia.

Tutto parte dall’approvazione di una mozione nel consiglio comunale di Santa Marinella avvenuta qualche giorno fa per intitolare una strada della città a Norma Cossetto, studentessa italiana, istriana di un villaggio nel comune di Visignano, uccisa dai partigiani jugoslavi nell’ottobre del 1943 nei pressi della foiba di Villa Surani.

Le sezioni Anpi di Civitavecchia e Santa Marinella infatti, appreso la notizia del provvedimento deliberato dalla massima assise cittadina, hanno mal digerito l’iniziativa arrivando a giustificare attraverso un comunicato la fine tragica della studentessa istriana. “Norma Cossetto studentessa universitaria era esponente del Guf (Gioventù Universitaria Fascista) in Istria”, ricordano. “Ed era figlia di Giuseppe Cossetto, segretario del fascio del Comune di Santa Domenica di Visinada. Già podestà di quel Comune ed ex Commissario governativo delle Casse Rurali della Provincia d’Istria. Detto questo, non ci sono testimonianze di alcun genere su come fu assassinata. E da chi. Né se fu violentata e il suo corpo straziato. Solo la propaganda nazista prima e quella fascista dopo hanno fatto di questa povera ragazza un emblema. Una bandiera da sventolare per opporre un loro martire alle svariate centinaia vittime civili della violenza nazifascista”.

L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, dunque, ha definito nella nota diramata priva di fondamento la storia della studentessa istriana. Rapita, violentata e massacrata dai partigiani titini. E divenuta simbolo del genocidio italiano sul confine orientale.

Affermazioni che hanno portato la Meloni ad intervenire sull’argomento, con il suo post corredato dal titolo dell’articolo pubblicato sul tema e sui fatti di Santa Marinella il giorno precedente da “Il Giornale”, e a definire l’opinione dell’Anpi “Un insulto alla memoria di migliaia di nostri connazionali innocenti trucidati nelle Foibe. Un insulto vergognoso nei confronti di una giovane la cui unica colpa fu quella di non aver mai rinnegato la propria italianità”.

Una ribalta quella ricevuta in conseguenza dal comune tirrenico a seguito di una decisione che si inserisce all’interno del clima caldo del concepire la storia da angolature diverse, dove la polemica, di qualunque sia la provenienza, assume il ruolo di tenere sempre alta la temperatura dell’ambiente.

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