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Niente segnale tv? Colpa del caldo

Con l’arrivo dell’estate diversi utenti non riescono più a visualizzare i canali televisivi “tradizionali”. Il problema sarebbe causato in particolar modo dall’aumento delle temperature esterne e dall’umidità che inebirebbero la potenza di trasmissione dalla “fonte principale”

Niente segnale tv? Colpa del caldo –

“Segnale debole o assente”.

Con il ritorno dell’estate e del grande caldo il problema del segnale televisivo in città sembra tornare alla ribalta. In particolar modo in alcune zone e in determinati orari.

Niente segnale tv? Colpa del caldo
Niente segnale tv? Colpa del caldo

E così gli utenti si ritrovano a non potersi gustare il loro programma preferito o un semplice film serale dal proprio televisore.

Peggio ancora: il segnale si interrompe proprio a metà visione lasciando l’amaro in bocca.

Le cause sostanzialmente sono tre: l’umidità, la sovrapposizione di più frequenze e il surriscaldamento delle apparecchiature dei ripetitori che dovrebbero garantire l’irradiazione del segnale.

Per quanto riguarda il primo, l’umidità, come spiegato da un radioamatore esperto del settore, a causa del grande caldo, nell’aria si concentra molta umidità, soprattutto durante le ore serali.

E proprio l’umidità andrebbe a “bloccare” il diffondersi del segnale televisivo che così non riuscirebbe a raggiungere le antenne degli utenti per offrire una buona ricezione del segnale.

Non solo. A quanto pare, durante il periodo estivo si verificherebbe una propagazione troposferica: aumenterebbero cioè le interferenze radiotelevisive di canali che solitamente in zona non arriverebbero.

Nel caso specifico della costa laziale, in estate, alle frequenze radiotelevisive “canoniche” si andrebbero a sovrapporre quelle provenienti da altre regioni del sud Italia, Sicilia compresa.

Il decoder però, a causa dei suoi limiti, non sarebbe in grado di effettuare una distinzione tra le due (trasmettere un canale televisivo piuttosto che un altro) e le annullerebbe entrambe: segnale debole o assente!

In questa seconda causa rientra anche internet. A causa dell’aumento dei dispositivi wifi si genererebbero delle frequenze parassite che vanno a interferire con le canoniche frequenze radiotelevisive disturbando il segnale.

Per finire: riflettori puntati sui ponti radio e sui ripetitori delle emittenti televisive.

Qui le apparecchiature utilizzate, per poter trasmettere il segnale, generano una mole di calore tale che in estate, con l’aumento della temperatura esterna, le farebbero surriscaldare notevolmente.

Per “proteggere” i ripetitori da possibili guasti causati dal surriscaldamento sono stati introdotti dei meccanismi di blocco grazie (o per colpa) del quale il sistema riduce la potenza di trasmissione per consentire il raffreddamento del macchinario.

Una volta raggiunta la temperatura ottimale il sistema tornerebbe a trasmettere regolarmente fino al surriscaldamento successivo. Per gli utenti le possibilità di risolvere il problema sono ovviamente limitate.

L’unica possibilità è infatti quella di dotarsi di un’antenna televisiva più potente, direzionata minuziosamente verso la fonte del segnale (nel caso di Ladispoli monte Cavo per le tv a private e a pagamento e monte Mario per la Rai).

Il tutto cercando di andare a posizionare la propria antenna nel punto più alto possibile, assicurandosi di non avere ostacoli davanti (alberi, palazzi).

Di contro, ovviamente, anche le reti tv potrebbero effettuare delle operazioni per consentire il miglioramento della ricezione del segnale aumentando la potenza di trasmissione.

Una soluzione che tecnicamente potrebbe sembrare anche abbastanza semplice da attuare se non fosse che spesso, purtroppo, dai test effettuati, il segnale, dalla fonte, risulterebbe propagato correttamente.

E proprio per cercare di smuovere le acque ai piani alti, intanto, a Santa Marinella, il sindaco Pietro Tidei ha promosso una class action contro il Ministero e la Rai.

Esempio, quello di Santa Marinella che Cerveteri si sta preparando a seguire (LEGGI QUI).

Chissà che la stessa cosa non accada anche a Ladispoli.

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