“Leonardo scoprì la Legge di Gravità due secoli prima di Newton” il testo di Arnaldo Gioacchini sul Genio del Rinascimento
di Arnaldo Gioacchini *
Che Leonardo ( nato ad Anchiano nel territorio di Vinci ma non a Vinci stessa – ndr) oltre ad essere stato, incontrovertibilmente, il Genio, incontrastato, del Rinascimento viene ormai, giustamente, riconosciuto come il più grande Genio che l’Umanità abbia mai avuto, dagli albori dei tempi ad oggi, ed è un sicuro assunto. Ciò viene costantemente confermato da innegabili dati di fatto i quali emergono, sempre più, anche ai nostri giorni, dagli studi che vengono effettuati sulle incredibili e straordinarie poliedricità leonardesche le quali, magari, continuano a stupirci ancora anche nella nostra epoca dominata, a torto o a ragione, da una informatica sempre più spinta e più immanente (vds, in proposito, il concetto filosofico metafisico – ndr), ma è una recentissima scoperta quella che l’Immenso Leonardo indagò la Legge di Gravitazione Universale (più nota come Legge di Gravità – ndr) due secoli prima di Isaac Newton.
Questa volta l’illuminazione sulla Genialità Leonardesca ci viene dallo studio del Codice Arundel il quale trattandosi, in assoluto, del Codice Leonardesco forse meno noto (vds ad es., fra i più noti, il Codice Leicester ed il Codice Atlantico – ndr) credo sia doveroso farne una, possibilmente dignitosa, descrizione: Il Codice Arundel prende il nome dal suo primo possessore: Henry Howard, XXII conte di Arundel (Arundel è un piccolo paese della contea del West Sussex, in Inghilterra – ndr) che è stato un nobile, collezionista d’arte inglese il quale ha posseduto oltre 700 dipinti, migliaia di sculture, gioielleria antica, libri e testi sacri, stampe e disegni fra cui molti originali fatti dallo stesso Leonardo. Detto questo entriamo nel dettaglio del suddetto Codice: Trattasi di una raccolta di 283 fogli composta tutta di disegni e scritti, gli argomenti trattati che riguardano l’ architettura ed i progetti idrici, la maggior parte (ma non tutta – ndr) del formato è di centimetri 21×15, la scrittura e di un italiano rinascimentale e la tipologia di essa è speculare, la datazione ascende ad un periodo storico compreso tra il 1478 e il 1518 ed il suo stato di conservazione è più che buono nonostante i secoli trascorsi e la sua attuale “dimora” è presso la British Library di Londra.
Il Codice Arundel è considerato forse, in assoluto, il più importante Codice di Leonardo in quanto copre il maggior lasso di tempo del Genio riportando anche delle (tristi) peculiarità famigliari scritte direttamente dallo Stesso, quale quella che crittografò, con certezza all’età di 52 anni, mentre Leonardo si trovava proprio a Firenze e riguardante addirittura la morte del padre Piero. Ecco cosa scrisse, di suo pugno, Leonardo, ed è contenuto nel Codice Arundel : “Addì 9 di luglio 1504 in mercoledì a ore 7 morì Ser Piero da Vinci, notaio al palagio del podestà. Mio padre, a ore 7. Era d’età d’anni 80. Lasciò 10 figlioli masci e 2 femmine”. Abbiamo suddetto dell’ampio lasso di tempo riguardante il Genio dei Geni contenuto all’interno del Codice ed a riprova di ciò basti dire che l’Arundel raccoglie molti progetti e considerazioni di Leonardo che risalgono alla sua giovinezza, cioè dal 1478 sino all’anno prima della sua morte che fu nel 1518 la quale, come è noto, avvenne nel castello di Amboise in Francia mentre era, praticamente ospite, di Francesco I re di Francia. Nello specifico del Codice Arundel vediamo ciò che in particolare ha attratto gli studiosi odierni: Fra i disegni di Leonardo, in esso contenuti, ce n’è uno in particolare il quale ha richiamato l’attenzione dei suddetti studiosi si tratta di quello che rappresenta una caraffa la quale si muove trasversalmente su un piano orizzontale mentre versa del liquido.
Questo movimento crea i due lati di un triangolo rettangolo che coincidono con il moto trasversale dell’oggetto che si versa e con il moto naturale dell’acqua versata. Trattandosi di materia fondamentale ci atteniamo strettamente a quanto scritto dallo stesso Leonardo e tradotto da Flavio Noca dell’Università di Scienze Applicate e Arte di Ginevra: “Il moto trasversale del recipiente che versa, con il moto naturale della cosa versata, hanno creato due lati dell’ortogonia, di cui hypotemissa è la cosa che sgorga”. Sulla ipotenusa di questo triangolo è contrassegnata “Equazione del moto”. Leonardo aveva intuito che la velocità di caduta dell’acqua versata è una forza che ne spinge l’accelerazione verso il basso, trattasi della gravità. Leonardo da Anchiano era anche consapevole del fatto che muovendo il vaso alla stessa velocità impartita all’acqua dalla forza di gravità, allora questa caduta avrebbe attirato l’ipotenusa di un triangolo equilatero. Il fatto che si sia confrontato con tali questioni in questo modo all’inizio del XVI secolo, mostra, per l’ennesima volta, quanto fosse avanzato il suo pensiero. Ma in proposito c’è di più, e di più approfondito, scritto recentemente sulla omonima rivista “Leonardo” e riportato addirittura dal famoso quotidiano New York Times che ci conferma come il Genio dei Geni abbia fatto esperimenti dettagliati per far luce sulla Legge di Gravità “un secolo prima di Galileo e circa due secoli prima di Newton”.
Ed ancora: Un nuovo studio sulle sue idee originali e sulle sue sperimentazioni gravitazionali è stato infatti pubblicato all’inizio del mese sulla omonima rivista, che mette in evidenza come egli fosse “un uomo determinato a trovare una ferrea legge della natura per far luce sulla dinamica complessiva della caduta degli oggetti”. Entrando nel dettaglio di come Leonardo, Genio dei Geni, fosse oltretutto il Tantissimo che fu, un Pensatore Moderno vale proprio la pena di approfondire, riportando quanto racconta il professor Morteza Gharib, Docente di Aeronautica al California Institute of Technology e autore dei nuovi studi su Leonardo, che, come suddetto, ne fanno un Pensatore Moderno molto avanti nel tempo. Studioso che dice d’aver appreso dei suoi esperimenti sulla gravità mentre esaminava il Codice Arundel. Scrive Gharib: “Da Vinci decifrò centinaia di carte tra il 1478 e il 1518, tra i 26 e i suoi 66 anni, l’anno prima della morte. Il Codice (che è una sorta di splendida collezione – ndr) presenta la sua famosa scrittura inversa, da leggersi allo specchio, nonché diagrammi, disegni e testi che coprono una vasta gamma di argomenti dell’arte e della scienza.
Tuttavia, ciò che ha attirato l’attenzione di Gharib è quel che egli stesso chiama “un triangolo misterioso” nella parte alta di pagina 143, la cui originalità risiede nel modo in cui lo schizzo di Leonardo “mostra una brocca che, versando dal beccuccio, produce una serie di cerchi che formavano l’ipotenusa del triangolo”. Così Gharib ha utilizzato un programma per computer per capovolgere il triangolo e la scrittura all’incontrario ed “improvvisamente, l’immagine statica ha preso vita. Potevo vederne il movimento”, esulta Gharib per la scoperta fatta. Annota a tale proposito il New York Times: “Gli effetti della gravità sono generalmente visti come la caduta di qualcosa verso il basso, che si tratti di una palla o della mela di Newton”, ma osservando il disegno di Leonardo il dottor Gharib si è reso conto d’esser riuscito a scindere gli effetti della gravità in due parti che rivelavano un aspetto della natura normalmente tenuto nascosto”: il primo è stato osservare la naturale spinta verso il basso, il secondo quando chi reggeva la brocca l’ha spostata sulla traiettoria versando sabbia o altro”. Nel suo disegno, Leonardo annota dove era iniziato il movimento della brocca con la lettera A, e per mostrare il materiale in caduta aggiunge una serie di linee verticali che scendono dalla linea superiore del triangolo mentre la serie s’allunga man mano che il lanciatore si allontana sempre di più dal punto di partenza. “Le lunghezze crescenti definivano l’ipotenusa”, ciò che ha trasformato la natura nascosta della gravità “in progressioni visibili”. Non ci sono parole per definire la Genialità Universale di Leonardo che, ancora oggi, nel 2023 p.C.n., ci riserva immense, eccezionali e, quasi incredibili, Sorprese Culturali come quella sulla Legge di Gravitazione Universale che studiò e scoprì due secoli prima di Newton!
*Membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale – Delegato del Sindaco di Ladispoli alla Valorizzazione Storica ed Archeologica della Città