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Ladispoli, Sofia torna “ufficialmente” a casa

Il tribunale di Civitavecchia ha restituito la patria potestà della bambina allontanata oltre un anno fa da casa, ai suoi genitori

Ladispoli, Sofia torna “ufficialmente” a casa –

“E vissero felici e contenti”. Non è il finale di una favola ma l’epilogo definitivo di una vicenda, quella di Sofia (nome di fantasia), iniziata più di un anno fa.

La piccola era stata allontanata dalla mamma e affidata alle cure di una casa famiglia dopo una segnalazione partita dalla scuola. Già a dicembre scorso il giudice del tribunale di Civitavecchia aveva disposto il rientro a casa della bambina, con la tutela legale che però era rimasta all’amministrazione comunale di Ladispoli.

Ora però, i genitori della bambina hanno riottenuto la patria potestà.

I FATTI

Nel 2018 la bambina era stata allontanata dalla madre dopo una segnalazione ai servizi sociali da parte della scuola che frequentava. Nel documento si faceva riferimento ai giorni di assenza, ai ritardi della bambina a scuola, di abiti non adatti alla sua età. Tutti elementi che avevano fatto partire i controlli da parte dei servizi sociali che prendono la decisione di allontanare la bambina dalla sua abitazione e affidarla a una casa famiglia.

IL CASO DAVANTI AL GIUDICE

A prendere in carico la vicenda, rivolgendosi al tribunale di Civitavecchia è stato l’avvocato Catia Pichierri che ha contestato il provvedimento chiedendo il reinserimento nel nucleo familiare della bambina.

Sulla vicenda il giudice civitavecchiese ha deciso di affidare la valutazione della famiglia e della bambina stessa a un consulente tecnico d’ufficio che nella sua relazione non ha rilevato alcun ostacolo per consentire il rientro della minore all’interno del suo nucleo familiare d’origine ma che anzi avrebbe considerato pregiudizievole la permanenza di Sofia all’interno della casa famiglia.

Relazione, quella del Ctu che ha portato dunque il tribunale di Civitavecchia a decidere di restituire a una madre la sua bambina. Il tribunale ha altresì disposto un sostegno psicologico per la minore necessario per elaborare quanto alla stessa accaduto.

E lo scorso 25 maggio la sentenza definitiva che restituisce ai genitori della bambina la patria potestà, revocando altresì il divieto di espatrio della minore.

IL COMMENTO

«Tutto bene quel che finisce bene», ha detto l’avvocato Pichierri. «Evidentemente si è trattato di un allontanamento infondato e ingiusto che ha traumatizzato una bambina e i suoi genitori e anche la nonna che non è riuscita a vedere la nipote per oltre un anno».

Trauma che ora Sofia sta cercando di superare grazie al supporto psicologico di esperti pagati dall’associazione Rete Sociale Aps grazie alle donazioni ricevute da «gente comune sensibile a una tematica che potrebbe coinvolgere qualsiasi famiglia».

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