L’opera nasce su indicazione degli autori del libro di prossima pubblicazione dal titolo “Ladispoli – Un lungo viaggio nel tempo – Volume 3 – Tremila anni tra storia e immagini”, intenti ad arricchire il testo con contenuti di ricerca inediti
Ladispoli, Marco Mellace stupisce ancora: ricostruita in 3D “La Grottaccia” –
di Marco Di Marzio

La riscoperta del passato attraverso il lavoro multimediale portato avanti da Marco Mellace non smette di produrre i suoi bellissimi frutti.
Per Ladispoli, sua città natale, da colui meglio conosciuto sia in Italia che all’estero con il nome di Flipped Prof, è stata infatti ricostruita in 3D la villa rurale romana ribattezzata nel tempo, per i suoi resti, “La Grottaccia”.
Questo termine deriva per la presenza di un criptoportico dalla volta a botte, dove sono indicati i resti di una grande villa rustica situati proprio nel centro di Ladispoli, tra via Nervi e via Rapallo. Le strutture e i materiali rinvenuti rivelano una frequentazione della villa durante tutta l’epoca romana imperiale, dal I al IV – V sec. d.C., ma non è escluso che lo fosse anche in epoca precedente tardo-repubblicana. Della villa originale oggi è visibile il criptoportico, un corridoio coperto posto a lato ovest della villa e che fungeva da sostruzione per gli ambienti residenziali sovrastanti. Sul luogo sono visibili anche i resti di una scala che accedeva al piano superiore, dove probabilmente veniva torchiato il vino che poi confluiva tramite un foro nei dolia, grandi contenitori per alimenti in terracotta. Si suppone che annessi alla villa vi fossero un pistrinum, un mulinodove si macinavano il grano e il frumento, in quanto poco distante è stata rinvenuta una macina, ed un doliarium, uno spaziodove venivano conservati i grandi dolia contenenti derrate alimentari. Durante la Seconda Guerra Mondiale il criptoportico venne usato come rifugio dagli sfollati. Oggi esso si estende su una superficie di 40 x 70 metri di lato, ma si intuisce dall’alto che la sue dimensioni originali dovevano essere superiori. E’ visibile ancora il pavimento in mattoni di piccolo taglio, tipico delle stanze usate come magazzini.
L’opera realizzata da Mellace nasce su indicazione degli autori del libro di prossima pubblicazione dal titolo “Ladispoli – Un lungo viaggio nel tempo – Volume 3 – Tremila anni tra storia e immagini”, intenti ad arricchire il testo con contenuti di ricerca inediti.
La redazione di Baraondanews ha voluto incontrare Marco Mellace per scoprire insieme il suo ultimo lavoro multimediale di grande valore culturale oltre che storico.
Caro Marco, nel ringraziarti per lo spazio concesso, puoi illustrarci la tua ultima opera?
Tengo innanzitutto a dire che sono onorato di essere intervistato da Baraondanews, in questa come in ogni altra occasione, e di ritenermi il primo ad aver tentato ricostruire l’opera che sto per presentare. La mia nuova ricostruzione 3D per Ladispoli trattasi della villa romana rurale i cui resti sono oggi conosciuti con il nome “La Grottaccia”. Tale è nata su indicazione di Luana Bedin, Cristina Calabrese, Luigi Cicillini, Nardino D’Alessio, Marco Di Marzio, Crescenzo Paliotta e Claudio Nardocci, autori del libro di prossima pubblicazione da titolo “Ladispoli – Un lungo viaggio nel tempo – Volume 3 – Tremila anni tra storia e immagini”. In questo, sono stati, inoltre, di fondamentale aiuto, dal punto di vista delle mappe e della topografia, Pietro Origlia e Genesio Lupini, in rappresentanza del G.A.R. di Ladispoli e curatori per molto tempo del sito archeologico interessato dalla mia nuova ricostruzione 3D. La Grottaccia al tempo era da ritenersi una villa meravigliosa per molti aspetti. È stato splendido venire a conoscenza dei tanti punti in comune e delle tante differenze che questa villa rurale aveva con quella imperiale di Marina di San Nicola, attribuita dal alcuni storici a Gneo Pompeo Magno, anch’essa da me precedentemente ricostruita a livello multimediale. È stato un lavoro affascinante poiché mi sono trovato a vivere in prima persona il forte contrasto tra la similitudine della struttura con la villa imperiale per quanto riguarda il lato ovest e la diversità per il resto dell’abitato.
Quale emozioni si provano nel rivedere la villa rurale come presumibilmente doveva apparire in antichità?
Le emozioni sono tantissime poiché trattasi di un luogo che molti ladispolani hanno vissuto data la sua collocazione nel cuore della città di Ladispoli. Emozioni forti anche in considerazione del fatto che partendo dalle mappature offerte da Pietro Origlia e le indicazioni di Genesio Lupini si potuta realizzare una ricostruzione 3D molto vicina alla realtà, in particolare per la presenza del criptoportico, per il lato sud-est, dove erano collocati i due ambienti del frantoio e dove è stato poi ritrovata la macina, e per il lato nord, dove erano ubicati gli ambienti di servizio e dove in uno di questi erano posti 2 altari posizionati in diagonale uno davanti all’altro. Mentre, è stato fatto un ragionamento per quanto riguarda il corpo centrale, in considerazione di altri esempi di ville dello stesso tipo presenti e riprodotte altrove. La presenza del criptoportico, in particolare, lascia intendere che la villa sarebbe stata appartenuta ad una personalità importante e dunque tale da essere considerata più che una villa rurale, piena di fascino e splendore.

Quali sono gli elementi più caratteristici di questa nuova ricostruzione 3D?
A differenza del corpo, di livello minore, l’estensione territoriale della villa sono quasi le stesse di quelle della villa imperiale di Pompeo a Marina San Nicola, tant’è vero che nella ricostruzione 3D ho voluto ricreare un ingresso semi-monumentale nella parte est in corrispondenza dell’attuale via Oneglia, dove oggi si trova il convento delle suore agostiniane, poiché da alcuni scavi effettuati nel tempo sono stati ritrovati dei resti come delle colonne. La villa aveva un’estensione molto grande. Sicuramente buona parte dell’edificio è andato perduto a seguito dell’edificazione residenziale avvenuta negli anni sul luogo. Gli elementi più caratteristici della villa sono molti, come certamente il criptoportico, gli ambienti di servizio, il ritrovamento della lucerna e della moneta con raffigurato il volto di Costanzo Cloro, padre di Costantino, ed uno degli artefici della Tetrarchia. Caratteristiche che testimoniano il fatto che la villa è stata vissuta per molto, tantissimo tempo così come il luogo nel suo insieme, conosciuto dai romani come Alsium, per loro di grande importanza sociale.
Per te non una novità avendo già riprodotto la villa romana attribuita a Gneo Pompeo Magno ubicata a Marina San Nicola, quali sono dunque gli elementi che accomunano le due strutture e quali invece quelli che le differenziano?
Gli elementi che accomunano le due strutture sono certamente, come già detto, l’estensione territoriale, il lato ovest con criptoportico, ricostruito però per la villa rurale meno suntuoso e con meno colonne. Appena girato l’angolo però vediamo che le due ville sono diametralmente diverse, a partire dal cortile, maestoso in quella di Pompeo e capace di mettere in contatto più ambienti diversi dell’edificio. La villa rurale aveva una forma più compatta rispetto a quella di Marina di San Nicola e più fortificata, data la sua ubicazione nell’entroterra, dove però anche la raffinatezza trovava i suoi spazi. Stesso discorso per gli ambienti di servizio, più modulare e distaccato nella villa rurale. Da costruttore 3D posso dire che il fascino in questo lavoro, in primo luogo, l’ho ritrovato notando le differenze tra le due strutture, dopo opportuna comparazione.
L’opera sarà inserita nel libro di prossima pubblicazione dal titolo “Ladispoli – Un lungo viaggio nel tempo – Volume 3 – Tremila anni tra storia e immagini, puoi spiegarci dunque come procedono i lavori della sua stesura anche in considerazione della tua presenza a questo impegno?
I lavori stanno procedendo veramente bene. In questo libro verranno inseriti molti contenuti inediti e non riportanti nei due precedenti volumi. In particolare si porrà risalto anche, appunto, alle ricostruzioni 3D, grazie alle quali l’opera potrà svelare a tutti coloro interessati molto riguardo al passato di Ladispoli ed ai suoi monumenti. Tant’è vero che su questo, durante i lavori di stesura, scherzosamente parliamo delle 7 meraviglie di Ladispoli, in riferimento ad un mio precedente lavoro sulle 7 meraviglie del mondo antico, ed in effetti stiamo procedendo in questo modo. All’interno del libro, oltre ai vari racconti, alle varie immagini, troveremo anche la ricostruzione 3D della Villa di Pompeo, di Torre Flavia, della Grottaccia, del Sepolcro di Virginio Rufo, del ponte medievale posto sul fosso Sanguinara, del tumulo etrusco di Monteroni e dell’acquedotto etrusco-romano. Tutto questo sicuramente porterà valore aggiunto alla storia di Ladispoli.
Tecnicamente, uscendo per un attimo dall’argomento, quali sono i programmi informatici idonei per lavorare su ricostruzioni 3D?
Io personalmente utilizzo programmi open source, che non sono pagamento per il livello base. Poi certamente, per cercare di approfondire e di utilizzare sempre più strumenti, ho acquistato la licenza del formato professionale di uno di questi programmi poiché in questo modo ho potuto approfondire delle tecniche e raffinare certi miei lavori. Attraverso Blender, ad esempio, feci nel 2018 la prima ricostruzione di Torre Flavia.
Caro Marco, nel ringraziarti di nuovo per l’intervista, in conclusione ti domandiamo quali sono i lavori di prossima uscita?
Nelle prossime ore sicuramente uscirà “Storia e immagini della villa romana di Ladispoli La Grottaccia”. Parallelamente però sto lavorando a tanti progetti, come quello di Catania greca, prodotto in collaborazione con tante persone tra cui Andrea Istrid e Andreas Arcadios, del Tempio di Giove Capitolino, della città etrusca di Veio, Petra, Gerusalemme e del Tempio di Apollo di Delfi. Per il libro “Ladispoli – Un lungo viaggio nel tempo – Volume 3 – Tremila anni tra storia e immagini”, invece, è di prossima uscita il Sepolcro di Virginio Rufo.
Link video “Storia e immagini della villa romana di Ladispoli La Grottaccia”: https://www.facebook.com/baraonda.rivista/videos/1221963318263688