Invasione di “vespa orientalis” in Italia, si tratta di una specie diffusa nel sud-est europeo, Madagascar e, attualmente, anche nella parte meridionale dello Stivale. In realtà, questa specie non è nuova nel nostro paese ed è caratterizzata principalmente per la tinta rossastra uniforme e per una banda gialla sull’addome. La recente presenza al centro di Roma, dicono gli esperti, non sarebbe dovuta principalmente all’aumento delle temperature, ma all’aumento dei rifiuti.
A differenza di quanto si dica, la vespa orientalis non è particolarmente aggressiva nei confronti dell’essere umano, a meno che non ci si avvicini al loro nido. In quel caso, sentendosi minacciata, potrebbe attaccare. Gli effetti della puntura sono molto simili a quelli del comune calabrone europeo: il pungiglione penetra attraverso la pelle iniettando il veleno, che provocherà un gonfiore quasi immediato, dolore intenso e rossore. Indubbiamente, nei soggetti allergici, può portare anche a uno shock anafilattico.

A differenza delle api, il ciclo di vita è annuale: la colonia muore in autunno lasciando vivere le regine feconde. Il ciclo riprende vita in primavera, quando le regine schiudono facendo nascere le operaie, che contribuiranno all’ampliamento del nido. La maggiore attività si verifica tra agosto e settembre, quando, forti di numero, attaccano i nidi di api, di cui appunto si cibano.
Il problema principale sarebbe dunque questo: apicoltori in crisi, interi alveari di api distrutti e senza più vita.
Inoltre, è opportuno rivolgersi immediatamente a ditte specializzate nel settore nel caso in cui venga avvistato un nido. La costruzione del nido viene generalmente fatta all’interno di tronchi o sotto il terreno. Nel contesto urbano, possiamo trovarli in edifici malmessi o, come nel caso romano, all’interno di una serranda.










