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Il Cerveteri calcio vive finché c’è qualcuno sugli spalti: la lezione di Davide, unico ultras a Canepina

Non sono i bilanci, né gli sponsor, né i diritti televisivi a tenere in vita una squadra di calcio di provincia. Sono quei pochi, ostinati tifosi che la domenica si presentano con una sciarpa al collo, uno striscione teso tra le due mani, e una fede che ammette discussioni. Senza di loro, semplicemente, la squadra non esisterebbe.

Il Cerveteri calcio vive finché c’è qualcuno sugli spalti: la lezione di Davide, unico ultras a Canepina

Questo vale sicuramente anche per la squadra di calcio, Città di Cerveteri. Che è uno degli esempi più evidenti di questo paradosso: una piccola società, mezzi limitati, nessun “business” a garantire il futuro. Eppure, puntualmente, ogni anno una squadra verdeazzurra scende in campo. E questo accade perché sugli spalti c’è ancora qualcuno che ci crede.

Sugli spalti c’è sempre qualcuno che ci crede. Questo nonostante tutto sia cambiato nel mondo delle piccole tifoserie. Racconta il cerveterano Davide, tifoso inossidabile del Cerveteri, che negli anni Novanta si partiva in treno, senza guardare i chilometri. Battipaglia, Montevarchi, Terni, Vasto… Non contava dove si andava. Contava esserci a testimoniare la propria fede nella propria squadra di calcio.  Tutto questo senza Internet, senza Facebook e senza gruppi WhatsApp. Ma c’erano le telefonate al fisso, gli appuntamenti al bar e gli striscioni cuciti a mano in cucina.

Ma si andava ogni domenica allo stadio perché il Cerveteri non era solamente una squadra di calcio. Era il tuo paese, la tua città. Rappresentata in quel momento da undici giocatori, undici Orazi, che dovevano battersi contro gli undici Curiazi avversari per stabilire non quale fosse la squadra più forte, ma la città più forte. E questo vale anche ai giorni nostri. Lo spirito non è cambiato. E sicuramente non cambierà mai. Almeno finché rimarrà un solo tifoso sugli spalti colorato di verde e di azzurro.

Il Cerveteri calcio vive finché c’è qualcuno sugli spalti: la lezione di Davide, unico ultras a Canepina

Abbiamo citato il cerveterano Davide non a caso. Domenica scorsa, a Canepina, testimone della sconfitta del Cerveteri, c’era un solo ultras verdeazzurro con tanto di sciarpa e striscione: proprio lui, Davide. Un unico tifoso che però ne valeva 100. Perché, nella sua solitudine, ribadiva una cosa importantissima: finché ci sarà anche solo una persona disposta a prendersi la macchina, farsi dei chilometri e sventolare uno striscione del Cerveteri, questa squadra avrà ancora un motivo per esistere.