I turisti invisibili a Cerveteri. Ovvero, a che serve se le persone visitano il nostro sito UNESCO, e poi non spendono? – di Giovanni Zucconi
Ritorniamo su un tema già esposto non molto tempo fa. Ci ritorniamo perché, a parte qualche reazione infastidita, nulla sembra che si sia mosso. E una nuova stagione estiva è alle porte.

Forse non si è mosso nulla anche perché a Cerveteri manca una Proloco e un’Associazione dei Commercianti? Ma forse è solo una coincidenza.
Ci si continua a concentrare e a dibattere sulle manifestazioni da organizzare per incentivare il turismo. E magari si butta un occhio invidioso a quello che succede a Ladispoli in termini di presenze turistiche.
Ma si continua ad ignorare un fenomeno che ha ormai assunto una dimensione molto significativa. E che sta facendo diventare Cerveteri una meta di riferimento per una determinata tipologia di turisti. Stiamo parlando di migliaia di persone che arrivano nel fine settimana a Cerveteri, senza entrare a Cerveteri. Vi siete mai affacciati, in un fine settimana qualsiasi, a contare le macchine che sostano nei tre parcheggi della Necropoli della Banditaccia? O in quello del cimitero nuovo? Sono tantissime.
Solo venerdì scorso, il giorno dell’Anniversario della Liberazione, in un orario qualsiasi, nei parcheggi citati prima, c’erano almeno 200 macchine.

Stiamo parlando di centinaia di persone che avevano raggiunto Cerveteri. Che avremmo potuto incontrare nelle varie zone della Banditaccia. In molte sono proseguite verso le cascatelle. Ma altrettante hanno passeggiato nelle aree esterne ripulite dal Parco e dai volontari. Senza contare quelle che sono entrati all’interno del recinto della Necropoli della Banditaccia. Turisti che però, probabilmente, non hanno speso nemmeno un euro a Cerveteri.
Ed è ogni settimana così. In ogni stagione dell’anno. Soprattutto nei fine settimane o nei giorni di festa, si possono incontrare folti gruppi di persone che sciamano, attraverso la via degli Inferi. Per non contare quelli che partono dal parcheggio della Necropoli per fare un giro in bicicletta. Anche questi, spesso, in gruppi.
È un turismo che ancora non si può definire di massa, ma che muove numeri già molto interessanti. Soprattutto per un’economia asfittica come quella di Cerveteri.
A che serve pubblicizzare il nostro sito UNESCO, e darsi da fare, tutti, per valorizzarlo, se poi non intercettiamo almeno una parte delle persone che vengono? Se poi nessuno spende nelle attività commerciali di Cerveteri?
I numeri reali di questo turismo non li conosce nessuno, perché attualmente non c’è un sistema di rilevamento che conti quante persone percorrono le nostre aree archeologiche. Ma, come dicevamo, si tratta sicuramente di numeri molto interessanti. Sono turisti che si dovrebbero cominciare ad intercettare a livello di sistema paese. Gli imprenditori e l’amministrazione di Cerveteri dovrebbero prendere atto che va studiato qualcosa per favorire, incrementare, e trarre profitti da questo turismo attualmente completamente abbandonato a sé stesso. Prima che lo faccia qualcun altro. Ricordo che, l’anno scorso, in occasione della Serata Luna di settembre sulla Banditaccia, fu un imprenditore di Ladispoli che chiese al Parco un’autorizzazione temporanea per collocare nelle vicinanze un piccolo stand con bibite e panini.
Dovremmo anche cominciare ad adeguare la comunicazione, e il marketing, a questo nuovo scenario turistico. Dobbiamo imparare a comunicare che, i turisti che vengono a Cerveteri, non troveranno solo una “banale” necropoli. Troveranno 450 ettari di “paesaggio archeologico”. 450 ettari di verde e di Natura puntellato di monumenti archeologici. O, a seconda degli interessi, troveranno 450 ettari di aree archeologiche immerse nel verde e nella Natura.

Cerveteri non è Tarquinia. E non è neanche Pompei. Quelle sono semplici aree archeologiche. Noi siamo un territorio unico. Non esiste in nessuna altra parte del mondo un territorio, un “paesaggio” da vivere, come quello di Cerveteri.
Ma, soprattutto, dobbiamo imparare a creare un’economia su questo turismo. Bisogna inventare dei modi per portare queste persone dentro Cerveteri paese. O nelle sue frazioni. O portare, con il dovuto rispetto dei luoghi, alcune attività commerciali nelle aree frequentate dai turisti.
Ma è evidente che nessun piccolo imprenditore potrà farlo da solo. Cominciamo a ripristinare a Cerveteri la Pro Loco e un Associazione Commercianti degna di questo nome. L’estate è vicina. Proviamo a non sprecare tutto questo 2025.