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“Fase 2, se le cose vanno male si richiude”

Lo ha detto il consigliere del ministro alla salute, Walter Ricciardi

“Fase 2, se le cose vanno male si richiude” –

Inizia la fase 2 ma dal Governo invitano alla prudenza.

Primo tra tutti il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte che ieri sulla sua pagina social ha pubblicato una nota per illustrare la fase 2.

“Sarà una nuova pagina che dovremo scrivere tutti insieme, con fiducia e responsabilità”.

“Fino ad oggi – ha scritto Conte – la maggior parte dei cittadini è stata al riparo nelle proprie case. Da domani oltre 4 milioni di italiani torneranno al lavoro, si sposteranno con i mezzi pubblici, molte aziende e fabbriche si rimetteranno in moto. E saranno ben più numerose le occasioni di un possibile contagio, che potremo scongiurare solo grazie a un senso di responsabilità ancora maggiore”.

“Come mai prima, il futuro del Paese sarà nelle nostre mani. Serviranno ancora di più collaborazione, senso civico e rispetto delle regole da parte di tutti. Dovremo tenere sempre alta l’asticella dell’attenzione, continuare a mantenere la distanza interpersonale, a indossare la mascherina quando e dove sarà necessario, e a lavarci spesso e con cura le mani. Più saremo scrupolosi nell’osservare le indicazioni di sicurezza e prima potremo riconquistare altri spazi di libertà. Non sperperiamo quello che abbiamo faticosamente guadagnato in cinquanta giorni”.

“Dovremo tutti insieme cambiare marcia al Paese. Con prudenza, decisi e determinati ad andare avanti ma senza rischiare di fermare il motore. Non c’è una ricetta giusta per garantire la ripartenza senza pensare in primo luogo alla salute e alla sicurezza di tutti noi”.

“Sono fiducioso, insieme ce la faremo”.

Intanto a intervenire sull’inizio della fase 2 è anche il consigliere del ministro alla Salute, Walter Ricciardi che avverte: “Se le cose vanno male, si richiude”.

“Far ripartire alcune attività produttive – ha detto Ricciardi a ‘Repubblica’ – non vuol dire che tutti possono tornare in strada”.

“Non è ancora finita. Dobbiamo avviare un cambiamento culturale per convivere con il coronavirus. Le situazioni che abbassano il distanziamento fisico mettono a rischio la salute di tutti”.

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