di Giovanni Zucconi
Tra gli addetti ai lavori, per chi ha orecchie per sentire, sono evidenti dei segnali che indicano un malessere, un “mal di pancia”, in qualche consigliere di maggioranza. Nel prossimo Consiglio comunale, dove si discuterà la mozione di sfiducia per la Sindaca Elena Gubetti, quasi nessuno si aspetta sorprese. Ma in molti pensano che non sarà l’atto conclusivo di una dinamica di logoramento che da troppo tempo sta subendo questa Amministrazione.
Per avere qualche indicazione su questo tema da chi vivrà, in prima persona, il prossimo Consiglio comunale, abbiamo intervistato il Consigliere di opposizione, Gianluca Paolacci.

Nel prossimo Consiglio comunale è attesa la mozione di sfiducia. Si aspetta sorprese?
“La sfiducia, secondo me, non passerà. Però credo che, proprio in aula, si apriranno scenari che faranno capire qualcosa in più. Non so se già in fase di votazione, ma penso che emergeranno riflessioni nuove. Ho la sensazione che non tutti siano più coesi come prima. Qualcuno è un po’ stanco. Avverto dei mal di pancia. È una sensazione, certo, ma la avverto. Per quanto riguarda la mia città, non ritengo giusto proseguire così, in questo immobilismo. Al netto della grande propaganda del “abbiamo preso, abbiamo vinto, faremo, diremo, guarderemo, avanzeremo”. Continuare in questo modo ha senso? Ho dei dubbi.”
Lei avrebbe ritenuto più opportuno che la Sindaca si dimettesse?
“Se avesse deciso di dimettersi quando fu sfiduciata politicamente la prima volta, sarebbe stato molto opportuno. E, a mio parere, avrebbe poi recuperato moltissimi consensi. Farlo adesso forse è tardi. Ma in quel momento sarebbe stata la scelta giusta. Secondo me si è lasciata condizionare da dinamiche che lei stessa ha definito “ricatti”. Intendo chiaramente sul piano politico. Dei quali però non si è mai saputo qualcosa di concreto o pubblico. Detto questo, non vedo senso nel rivendicare di essere stata “ricattata” in Consiglio, senza poi chiarire.”

Secondo lei queste dinamiche sono capite dalla cittadinanza?
“La Sindaca, all’inizio, beneficiava di una favorevolezza diffusa. Molti dicevano “è una persona garbata”. Alla lunga, però, è emersa una personalità politica che tende a occuparsi in modo molto riservato delle proprie scelte, senza valorizzare il confronto. Parlo sempre sul piano politico. Così si è creata attorno a lei un’area ristretta di fedelissimi. Io, fin dall’inizio, le dissi: “Stai attenta a chi ti circondi”. Preferisco chi mi guarda in faccia e mi dice ciò che pensa, piuttosto chi sorride e poi agisce dietro le quinte. Continuo a ritenere che ci siano state effettivamente delle pressioni. Probabilmente sono stati accettati compromessi. Ma questo in Politica capita, e ci sta. Ma poi bisogna vedere cosa si dà, e cosa si riceve.”
Nelle nostre interviste, lei usa spesso la metafora dell’organizzazione…
“La vita politica, in fondo, è simile a quella amministrativa di un’azienda. Se instauri un dialogo reale e leale con i collaboratori, qualsiasi azienda procede bene. Se invece si procede con non detti, forzature e piccole “bugie” organizzative, è solo una questione di tempo prima che i nodi vengano al pettine. E questo è proprio il caso di questa Amministrazione.”
Nelle nostre precedenti interviste, ho sempre percepito un suo tentativo di instaurare un rapporto non conflittuale con Elena Gubetti
“Nei suoi confronti ho sempre nutrito una stima personale. Politicamente ho pensato, e penso, che avrebbe potuto valorizzare di più chi, come me, era disponibile a collaborare nell’interesse della città. Questo è il mio rammarico: ho messo in discussione la mia figura politica, anche all’interno del mio gruppo, per cercare una collaborazione non “a favore di qualcuno”, ma a favore di Cerveteri. Sono il primo ad averci sbattuto la testa, ma resta la convinzione di averlo fatto per la città. Vediamo cosa succederà adesso.”










