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25 aprile, evento fondamentale per una corretta definizione del domani

La festa della Liberazione rappresenta un momento di riflessione e di insegnamento

di Marco Di Marzio

25 aprile, evento fondamentale per una corretta definizione del domani – L’emergenza sanitaria in atto in Italia ha impedito il suo regolare svolgimento in pubblico, in particolar modo nei luoghi della storia e della memoria, ma non è di certo riuscita a fermare la voglia della gente di celebrare il “25 aprile”.

Sono passati 75 anni da quel 25 aprile del 1945, giorno che rappresenta per il popolo italiano la fine delle ostilità belliche prodotte nel Paese dalla Seconda Guerra Mondiale con la liberazione dalla tirannia del regime fascista guidato da Benito Mussolini, al potere dal 30 ottobre 1922, dall’occupazione nazista condotta dall’esercito tedesco per volere del Führer Adolf Hitler, iniziata l’8 settembre 1943, e il ritorno a quei principi di “democrazia” e di “libertà” considerati indissolubili nella vita collettiva ed aperta d’ogni individuo.

Un momento storico di altissimo valore commemorativo, poiché occasione di riflessione e di insegnamento per gli errori commessi nel ventennio fascista e per gli effetti catastrofici conseguenti, culminati con l’entrata dell’Italia nel secondo conflitto mondiale, avvenuta il 10 giugno 1940 al fianco delle potenze dell’“Asse” Germania e Giappone.

Arrivando al 25 aprile 1945, la svolta italiana nella guerra si concretizza il 25 luglio 1943 quando il “Gran Consiglio” decide di votare l’ordine del giorno presentato dal gerarca Dino Grandi, che prevede la deposizione di Mussolini dalla guida del Governo. Con 19 voti a favore, 7 contrari e 1 astenuto Benito Mussolini, costretto alle dimissioni e poi arrestato, viene dal Re Vittorio Emanuele III sostituito con il generale Piero Badoglio, il quale l’8 settembre successivo annuncia pubblicamente l’armistizio con gli Alleati, gli eserciti coalizzati contro l’Italia e le potenze dell’“Asse” rappresentati in primo luogo da Stati Uniti e Gran Bretagna.

Il Paese precipita nel caos, poiché i regnanti e il governo abbandonano frettolosamente Roma per Brindisi ed i nazisti, con il supporto di quel che restava delle strutture militari fasciste, per ritorsione alla decisione militare di resa danno avvio all’operazione “Achse” occupando buona parte dell’Italia, commettendo brutalità d’ogni genere e liberando, il 12 settembre seguente, Mussolini, rinchiuso sino a quel momento in una prigione sul Gran Sasso, per condurlo in Germania e prepararlo per la costituzione e la guida di un nuovo Governo fascista, la “Repubblica Sociale Italiana”, che verrà instaurata 11 giorni dopo a Salò sul Lago di Garda, con l’unico vero compito di organizzare e gestire la controffensiva nazi-fascista all’avanzata delle truppe Alleate lungo la penisola.

La situazione creatasi porta alla costituzione della “Resistenza” nel Paese, iniziata ufficialmente l’8 settembre 1943 e terminata il 25 aprile 1945 con la vittoriosa rivolta dell’Italia settentrionale; giorno in cui il “Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia”, assumendo pieni poteri civili e militari, impartisce l’ordine di insurrezione generale, con l’occupazione di fabbriche, prefetture, caserme e l’arrivo di reparti partigiani nelle principali città del nord, come Genova, Torino e Milano.

Tre giorni dopo, il 28 aprile, Mussolini in fuga è catturato a Dongo dagli stessi partigiani ed in base al pronunciamento del Comitato di Liberazione Nazionale viene giustiziato, insieme ad altri gerarchi della Repubblica Sociale.

Il 2 maggio le truppe tedesche presenti sul nostro territorio si arrendono e sei giorni più tardi, l’8 maggio 1945, la Germania firma la resa determinando così la fine delle ostilità belliche in Europa.

Passando dal tempo di ieri a quello dell’oggi, il 25 aprile dunque deve far ritornare alla mente di tutti, in particolar modo alle giovani generazioni, che rappresentano il futuro, l’errore nell’aver scelto il fascismo come forza di rinnovamento nel 1922, un nuovo ciclo politico arrivato con torture, violenze e repressioni di ogni genere e produttore di una tragedia risultato dell’esaltazione, la guerra. In questo giorno infatti il popolo italiano festeggia la “liberazione” e rievoca, anche attraverso i racconti di chi ha vissuto realmente e sulla propria pelle quelle situazioni, il valore eroico di tutti coloro che si sono battuti per quegli ideali di democrazia, del tricolore e delle vere libertà personali.

Il 25 aprile è fondamentale per una corretta definizione del domani.

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