Già partite 15 tonnellate di semilavorato: questa la soluzione più probabile per affrontare i problemi derivanti dall’invasione del crostaceo sulle coste italiane
Emergenza Granchio Blu, in Emilia Romagna lo vendono agli USA –
Trarre profitto da un problema: è la soluzione adottata dalla Regione Emilia Romagna per affrontare la crisi economica ed ambientale derivante dall’invasione del granchio blu.
Questa specie alloctona altamente infestante è da mesi al centro di una questione importante che vede tra le vittime le aziende di ittiocoltura d’Italia e la costa romagnola è tra le più colpite.
Negli ultimi tempi le battute sui social network si sono sprecate proprio tra chi diceva che mangiare i granchi blu era la soluzione.
Questo crostaceo crea problemi rilevanti all’ecosistema, ma la sua carne è considerata pregiata e particolarmente gradevole al palato.
Da qui l’idea per affrontarne il dilagare di catturare più esemplari possibili e venderli, in questo caso nel mercato che maggiormente li apprezza a livello culinario: gli Stati Uniti.
Un primo container è partito in questi giorni per la Florida con oltre 15 tonnellate di crostacei semilavorati.
L’idea è stata messa in opera da una start-up rosa nata nel 2021 proprio per gestire la pesca sostenibile di specie aliene: la Mariscadoras di Rimini.
Mariscadoras ha stretto un accordo con una società di Mestre specializzata nella produzione di sughi per lavorare i granchi blu così pescati.
La Regione ovviamente ringrazia e anche il governo nazionale si muove sulla stessa lunghezza d’onda visto che il Ministro Lollobrigida in un recente consiglio dei ministri ha annunciato uno stanziamento di 2,9 milioni proprio per fronteggiare l’emergenza del granchio blu.
