Il punto di vista di Ludovica Adacher
Riceviamo e pubblichiamo:
Cerveteri, il Sociale che dimentica il Sociale: quando un Sindaco taglia le ore OEPAC senza leggere il contratto – di Ludovica Adacher
Mi piacerebbe fare un po’ di chiarezza sul servizio Oepac perché quanto avvenuto a Cerveteri è inammissibile moralmente ma anche legalmente. Il PEI (Piano Educativo Individualizzato) è un atto vincolante che stabilisce quante ore di sostegno servono ad ogni alunno con disabilità, non è consiglio facoltativo. E quelle ore sono un diritto soggettivo, non un optional che il Comune può tagliare a piacere.

Il sindaco Elena Gubetti parla di speculazione, di messaggi distorti e non verificati, che l’Amministrazione non ha fatto nessun taglio ma in realtà c’è stato un aumento dei bambini che usufruiscono del servizio. La realtà è che se non vengono coperte tutte le ore previste dal PEI si sta facendo un taglio ai diritti dei più fragili!
Proprio per evitare informazioni distorte parliamo dell’accordo quadro stipulato per il servizio Oepac, perché evidentemente si gioca con le informazioni.
C’è un contratto chiaro, pubblico e scritto in italiano comprensibile. C’è un servizio essenziale, che garantisce ai bambini con disabilità la possibilità di frequentare la scuola come tutti gli altri. E poi c’è un’Amministrazione comunale che decide di ridurre le ore di assistenza educativa (OEPAC) previste nei PEI, giustificandosi con una frase che ormai le famiglie conoscono fin troppo bene: “non ci sono fondi”.
Peccato che, leggendo l’accordo quadro, stipulato dal Comune di Cerveteri con la Città Metropolitana di Roma Capitale, i fondi non risultano affatto finiti. Ma vediamo
cosa dice davvero il contratto, riporto testualmente gli articoli di interesse.

Art. 4 OGGETTO DEL CONTRATTO
“Le prestazioni principali e complementari oggetto del presente appalto sono:
a. Supporto all’attività didattico/educativa scolastica interna alla scuola,[…]
b. Supporto nell’attività didattico/educativa scolastica esterna, […]
c. Supporto al personale scolastico per l’attività di vigilanza, accompagnamento ai servizi igienico–sanitari[…]
d. Collaborazione e supporto al personale scolastico di ausilio nella consumazione del pasto[…]”.
Art. 5 Durata dell’Accordo Quadro
“Per durata dell’Accordo Quadro si intende il periodo entro il quale l’Amministrazione aggiudicatrice potrà affidare i singoli appalti specifici salvo che l’importo massimo spendibile, precisato all’articolo 6 del presente disciplinare, venga raggiunto in un termine minore; in tal caso, l’Accordo Quadro si intenderà comunque concluso, anche prima del termine di scadenza.”
Art. 6 Il valore economico complessivo
— 2,6 milioni di euro più IVA —
“L’importo massimo stimato deve intendersi come plafond massimo da cui attingere per finanziare i singoli interventi per tutta la durata dell’Accordo quadro.
Il numero di ore sopra espresso risulta puramente indicativo e potrà essere ridotto, variato e aumentato nel totale e/o nella distribuzione mensile, oltreché in base alla domanda di assistenza, anche degli stanziamenti previsti nel bilancio di previsione dell’Ente. variazioni delle ore di assistenza. Si evidenzia che il valore dell’Accordo Quadro, come sopra riportato, è frutto di una stima relativa al presumibile fabbisogno dell’Amministrazione aggiudicatrice nell’arco temporale di durata dello stesso. Le quantità effettive di prestazioni da fornire saranno, pertanto, determinate attraverso gli appalti specifici fino a concorrenza del predetto importo massimo. “
In poche parole, i fondi non sono limitati per ogni anno, ma sono utilizzabili fino a esaurimento del budget complessivo. Non c’è quindi alcun divieto di utilizzarli quando servono. Quibdi, il vincolo che viene sbandierato di 650.000 euro non esiste.
Un taglio che non trova basi! Nonostante ciò, il Sindaco Elena Gubetti, che ha mantenuto per sé la delega ai Servizi Sociali, ha disposto la riduzione delle ore di assistenza, modificando orari scolastici e routine familiari.
Una scelta che non trova alcun fondamento nel contratto e che ha avuto ripercussioni immediate sulla vita quotidiana dei bambini e delle famiglie.

Ridurre ore previste dal PEI, per legge, significa limitare un diritto soggettivo.
E motivarlo con l’esaurimento di ore “indicative” significa — semplicemente — non aver letto il testo che si sta applicando.
Le necessità del servizio OEPAC sono note già da febbraio, con i PEI provvisori, e diventano definitive entro luglio, quando arrivano le richieste al Comune. Il Comune dispone, quindi, di mesi per pianificare ore e risorse.
Dire ad ottobre che “le ore sono finite”, dopo due soli anni di contratto, è una confessione di mancata programmazione.
La soluzione è una: le ore devono essere tutte erogate fino ad esaurimento del budget, così come previsto da contratto
Ancora più grave e strumentale è l’atteggiamento del Sindaco che viene dopo la riunione della Commissione Scuola di ieri 9 ottobre, dove queste cose sono state evidenziate. Ma viene comunicato “che non c’è taglio ma si è a lavoro”, cioè al 10 di ottobre si è ancora a lavoro, non si è trovata la soluzione.
Quando, la V Commissione Scuola è stata convocata il 3 ottobre, dal presidente Gianluca Paolacci per discutere del grave problema, la Sindaca ha ritenuto di precisare, nella sua risposta del 6 ottobre, che la convocazione non fosse legittima, sostenendo che il tema dell’OEPAC rientrasse esclusivamente nelle competenze dei Servizi Sociali.
Una posizione singolare, perché il servizio OEPAC si svolge nelle scuole, incide sugli orari scolastici, sulle famiglie e sulla frequenza degli alunni con disabilità.
Difficile immaginare qualcosa di più scolastico di così, basta anche leggere l’art. 4 per capirlo.
Ma la vicenda ha assunto toni ancora più curiosi quando, nonostante l’invito formale e l’auspicio di partecipazione espresso dal Presidente della Commissione, il Sindaco non si è presentata alla seduta, non ha inviato alcuna delegata né ha risposto alla PEC.
Un silenzio che pesa più di molte parole, soprattutto su un tema in cui il Comune avrebbe dovuto mostrare ascolto, non distanza.
È singolare che un Sindaco con delega al Sociale dichiari “non competente” la Commissione Scuola per parlare di un servizio educativo, e poi nonostante sia stata invitata a partecipare vista la sua duplice veste, non si degna né di rispondere all’invito, né di comunicare la sua assenza dovuta ad eventuali impegni pregressi né di inviare un suo delegato!

Un paradosso amministrativo che diventa simbolico: il Sociale che si allontana proprio da chi più ne ha bisogno. Un voler PERDERE tempo senza applicare la soluzione chiara già dal contratto.
Il contratto, nel frattempo, è lì. Gli articoli 4, 5 e 6 spiegano esattamente come garantire il servizio e fino a quando. Smentiscono evidentemente quanto fino ad oggi dichiarato dal Sindaco. Di fatto si limitano i diritti dei più deboli giocando con le parole e sfruttando la non conoscenza delle persone.
Forse non servivano nuove delibere o lettere. Bastava leggere il contratto, coprire per intero le ore fino all’occorrenza del budget, chiedere l’aumento del 20% e indire un nuovo bando.
Questo è quello che prevede la legge, tagliare le ore per tale servizio è l’unica cosa che la legge non prevede!
Ludovica Adacher