L’intervista a Giovanni Brandolini, vicepresidente del Direttivo del Comitato del Rione Boccetta
La Boccetta, il Vicolo dell’Arco Oscuro deturpato da giovani vandali. Si chiedono più controlli e il ripristino del decoro del luogo – di Giovanni Zucconi
Una mattina di qualche giorno fa, i residenti del Rione Boccetta si sono svegliati con una brutta sorpresa. Il Vicolo dell’Arco Oscuro era stato letteralmente ricoperto da scritte vandaliche. Avete presente quelle scritte incomprensibili, accompagnate da altrettanto incomprensibili disegni che gli autori vorrebbero far passare per segni artistici? Proprio quelle… Un guazzabuglio di segni colorati che ha deturpato uno dei più suggestivi angoli del centro storico di Cerveteri.

Le reazioni dei residenti sono state immediate. Tutti hanno invocato più controlli, e il ripristino immediato della dignità di quel luogo così caratteristico, e nel cuore di tutti i cerveterani.
Inevitabilmente si è anche riproposta la questione giovanile. Nel mirino ci sono le famiglie ormai incapaci di educare i propri figli al rispetto delle cose e delle persone. Ma questo sarebbe un discorso che ci porterebbe troppo lontano. Ritorniamo ai fatti, e alle reazioni degli abitanti del Rione Boccetta.
Come nostro solito, abbiamo voluto farci raccontare i fatti dai diretti interessati. Per fare questo abbiamo cercato di intervistare i rappresentanti del Comitato del Rione Boccetta. A nome di tutti gli altri membri, ci ha concesso l’intervista Giovanni Brandolini, il vicepresidente del Direttivo.

Brandolini, partiamo da come avete reagito quando avete visto per la prima volta le scritte
“Siamo rimasti malissimo, sgomenti. Anche le persone che abitano lì vicino sono rimaste davvero colpite da quello che è successo. Non è stata la solita “ragazzata” con il pennarello. Qui c’è stato proprio un impegno nel vandalizzare. Ci si sono messi con tutte le intenzioni.
La cosa fa ancora più rabbia perché a questi ragazzi che frequentano la sera e la notte quel vicolo, era stato chiesto di stare tranquilli, di non danneggiare. In passato avevamo anche cercato di andare loro incontro. Gli avevano messo una panchina. Un residente dell’Arco Oscuro, d’accordo con gli operatori ecologici, aveva lasciato lì un cestino per fagli buttare i loro rifiuti. Invece l’hanno rotto subito, il giorno dopo.”
Chi frequenta abitualmente quella zona? Si tratta sempre degli stessi ragazzi?
“Lì ci stanno vari gruppi di ragazzi, di tutte le età. Principalmente, presumo, dai 12 ai 18 anni. Non credo sia un unico gruppo, ma più comitive che bivaccano lì.
Magari c’è quello più educato e quello che danneggia di più. Noi lo sappiamo da tempo che la situazione lì non è più sotto controllo. Ci eravamo già prefissati che, dopo la festa di Halloween avremmo fatto una domanda al Comune, una richiesta ufficiale, per poter tinteggiare a spese nostre e sistemare tutto. Vorremmo ripulire e ripitturare i muri. Dare una bella sistemata.
Questa richiesta, tramite PEC, è stata presentata proprio ieri stamattina con la PEC ufficiale del Rione. Penso che non ci saranno problemi, l’idea è di farlo a spese nostre.”
Però non avete il timore che, senza un intervento strutturale, sia lavoro sprecato?
“Esatto. Il punto è che, se noi tinteggiamo adesso, nella migliore delle ipotesi dura una settimana.
Per questo diciamo che lì ci vorrebbe una telecamera, almeno come deterrente. Non parlo di punire i ragazzi, vorrei anche cercare di giustificarli, siamo stati ragazzi pure noi. Ma come deterrente sì. Perché il danno è stato grande.
La situazione è stata segnalata agli ambienti comunali. Vedremo che cosa si potrà fare. Se si potrà installare una telecamera come deterrente, oppure se serviranno altre autorizzazioni. Magari passando dal Prefetto. Come sa, queste cose sono sempre molto complicate.”

Qualcuno ha suggerito la soluzione di “chiudere” quel passaggio. È un’ipotesi percorribile?
“La cosa migliore da fare, forse, sarebbe chiuderlo… Ma non si può. Parliamo di un tratto che ha un valore architettonico importante. È un bel punto di passaggio, molto scenico. È anche un pezzo abbastanza “artistico” del nostro centro storico. Non avrebbe senso chiuderlo.
Il problema è che non esiste una sorveglianza H24. Il Rione La Boccetta non se lo può permettere. Ma in realtà non se lo può permettere nessuno, tra impegni di lavoro, di famiglia e tutto il resto.”
Conoscete i ragazzi che hanno fatto queste scritte?
“Sì, il giro è sempre quello. Parliamo più o meno degli stessi venti, trenta ragazzi. Però non puoi sapere con certezza chi sia stato. Perché c’è sempre quello più educato e quello che fa i danni. A quelli che consideriamo tra virgolette “più educati” l’abbiamo detto chiaramente: “Sappiamo che magari non siete stati voi. Presumiamo che non siete stati voi. Però se vedete qualcuno che lo fa, rimproveratelo voi”. Perché noi più che dirlo non possiamo fare. Tanto basta che ci giriamo, e dopo un attimo lo rifanno”.

Sono ragazzi della Boccetta?
“Sono ragazzi che non sono della Boccetta. Non credo proprio: vengono da fuori. Il posto è un po’ appartato, dà quel senso di brivido che per un quindicenne o sedicenne può essere “affascinante”. Però non sono i ragazzini del rione.”
Secondo lei è solo una “ragazzata” o c’è qualcosa di più dietro questo modo di bivaccare e vandalizzare?
“Io penso che siano soprattutto ragazzate… però ragazzate gestite male. Qualche spinello sicuramente viene fumato. Diciamo che sa tanto di cose “un po’ così”. Non mi voglio spingere oltre, ma l’impressione è quella.
Ripeto, voglio perfino cercare di giustificarli, ma il danno rimane. L’augurio è che, se ci daranno l’autorizzazione a rimettere tutto a posto, poi almeno per i prossimi dieci anni non ci sia bisogno di rimetterci mano.”
C’è stato un dettaglio, tra tutte quelle scritte, che l’ha colpita più delle altre?
“Sì, una cosa che mi ha fatto anche sorridere. Andando verso casa mia, la prima cosa che ho visto è stata “00052”, il CAP di Cerveteri. Ho pensato: “Vedi? Hanno anche un briciolo di cultura… oppure di ironia”.”

Lei è nato e cresciuto a Cerveteri. Com’è cambiata la città, riguardo il tema delle scritte sui muri? Ci sono sempre state?
“La gente del rione è tranquillissima. Il problema è che, se arrivano ragazzi da fuori senza troppa testa, poi i risultati sono questi. Negli anni ’90 qualche graffito c’era. Ma erano di un altro livello, più artistico. Mi ricordo il vecchio campo sportivo che d’inverno, tra settembre e dicembre, ospitava le giostre. Tutti i ragazzi andavano lì.
C’era un muro di un palazzo, senza finestre, che dava dentro al campo. Era stato tutto affrescato. Era bello, era stata fatta una bella opera. Chi lo fece non lo so, ma era una cosa fatta bene. Se fanno le cose fatte bene, uno quasi le apprezza, Ma questa è tutta un’altra storia.”
Se potesse mandare un messaggio diretto a quei ragazzi, quale sarebbe?
“Il messaggio che vorrei trasmettere loro è semplice: divertitevi, ma rispettate il posto. Quel vicolo non è solo un “angolo appartato” dove bivaccare. È un pezzo importante del nostro centro storico, della nostra storia. Se lo rovinate, lo rovinate a tutti.”









