Meloni e Salvini all’attacco: “Invasione di campo sulla scelta politica”
Un vero e proprio terremoto istituzionale si è abbattuto sul progetto del Ponte sullo Stretto. La Corte dei Conti ha inferto un duro colpo all’Esecutivo, negando la registrazione alla delibera del CIPESS (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile) che ad agosto aveva approvato il piano definitivo dell’opera.
La reazione del Governo è stata immediata e veemente. La Premier Giorgia Meloni ha parlato apertamente di “ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento”, respingendo le censure contabili e definendo “capziosi” alcuni dei rilievi, come quello relativo alla trasmissione dei documenti voluminosi tramite link.
Sulla stessa linea il Ministro delle Infrastrutture e Vicepremier Matteo Salvini, che ha definito la bocciatura “una scelta politica e un grave danno per il Paese”, assicurando con fermezza che l’Esecutivo “Andremo avanti”. Esternando “stupore”, anche l’altro Vicepremier, Antonio Tajani, ha criticato l’intervento dei magistrati contabili sulle opere strategiche nazionali.
Criticità: Economia, Ambiente e Traffico
La Corte dei Conti non ha espresso un giudizio di merito sull’opera, ma ha sollevato pesanti obiezioni su aspetti chiave. Sotto la lente dei magistrati sono finite in particolare:
- Le coperture economiche complessive.
- L’affidabilità delle stime di traffico future.
- La conformità del progetto definitivo alle normative antisismiche, ambientali e alle regole europee che limitano il superamento dei costi iniziali.
Opposizioni in Trionfo, ma il Governo ha un ‘Piano B’
L’esito del controllo contabile è stato accolto con entusiasmo dalle forze di opposizione, da sempre contrarie all’infrastruttura. Elly Schlein (PD) ha attaccato Meloni per voler “mettersi al di sopra delle leggi e della Costituzione”, mentre il leader di AVS, Angelo Bonelli, ha parlato di “grande vittoria dello stato di diritto”, chiedendo le dimissioni di Salvini.
Nonostante il parere negativo, la partita non è chiusa. Come spiegato dalla stessa Corte dei Conti, la legge permette al Governo di superare lo stallo: in caso di rifiuto alla registrazione di un atto governativo, l’Amministrazione può richiedere una deliberazione apposita del Consiglio dei Ministri. Se il CdM ritiene che l’atto risponda a “interessi pubblici superiori”, la Corte dei Conti è chiamata ad apporre un “visto con riserva”.
Questo meccanismo consente all’atto di acquisire piena efficacia, ma impegna politicamente il Governo, dato che l’elenco degli atti registrati con riserva viene periodicamente trasmesso al Parlamento per segnalazione.
L’Amministratore Delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci, pur dichiarandosi sorpreso, ha ribadito che l’intero iter del progetto è stato “svolto nel pieno rispetto delle norme generali e speciali italiane ed europee”. Il confronto, dunque, si sposta ora sul piano politico, dove il Governo è determinato a portare avanti l’opera da 13,5 miliardi.











