La mareggiata ha distrutto un lungo tratto di duna causando la fuoriuscita d’acqua dalla Palude. L’sos lanciato dal responsabile dell’Oasi protetta, Corrado Battisti
Torre Flavia, si lavora per soluzioni tampone –
Una barriera “tampone” per impedire la fuoriuscita dalla Palude di Torre Flavia.

E’ l’intervento che proprio nei giorni scorsi, si stava realizzando all’interno dell’Oasi protetta a opera di un cittadino volontario, Santino Esigibili, in accordo col Comune di Ladispoli e Città Metropolitana.
“Il livello dell’acqua all’interno della Palude è più alto rispetto a quello del mare – ha spiegato il responsabile della Palude Corrado Battisti intervistato da Centro Mare Radio – per questo se l’acqua fuoriesce, la Palude si svuota e noi non possiamo riempirla”.
Nei giorni scorsi, la mareggiata, era infatti tornata a colpire la palude, danneggiando un ampio tratto di duna che fino a quel momento proteggeva la Palude stessa dal mare.
Con il danneggiamento della duna, l’acqua della palude aveva iniziato a fuoriuscire causando un notevole problema all’equilibrio ambientale dell’oasi protetta.
Ora, grazie ai volontari, si sta procedendo a metterci una “toppa” per “tamponare la perdita d’acqua terrificante”, ha detto Corrado Battisti.

Il tutto mentre gli uffici provinciali stanno lavorando per la predisposizione, nel medio/lungo periodo, di chiuse interne “per far sì – ha concluso Battisti – che anche i punti interni possano essere rafforzati”.
E ad effettuare un sopralluogo ieri, per la conta dei danni, anche i delegati alla Palude di Ladispoli e Cerveteri, Filippo Moretti e Roberto Giardina, che hanno preso parte al Plastic Blitz.
“Le ultime mareggiate – ha detto Moretti – hanno portato ancora tanta plastica”.
Il delegato ha ringraziato i tanti volontari che si sono rimboccati le maniche per cercare di limitare i danni.
Sopralluogo anche alla duna compromessa dall’erosione: “Abbiamo delle difficoltà, dovremmo intervenire speriamo a breve per risolvere un problema molto serio”.
“Le mareggiate – ha proseguito Giardina – hanno fatto il padrone di casa”.
E se Giardina da un lato ringrazia i volontari che fanno il possibile per tutelare l’Oasi, dall’altra parte invece si appella alle istituzioni: “Bisogna fare il punto della situazione per risolvere questo problema che tutti gli anni marca molto forte”.