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Tanti auguri Fiorello: la star della tv compie 60 anni



La star della tv compie 60 anni

Tanti auguri Fiorello: la star della tv compie 60 anni-

Rosario Fiorello è nato nel 1960, è siciliano ed è tifoso dell’Inter. Secondo una corrente di pensiero, quelli con un triplete così sono i migliori di tutti, ma c’è dibattito. C’è meno dibattito sulla qualifica di numero uno televisivo, sullo sbalordimento che può prendere scorrendo la sua carriera sul piccolo schermo soprattutto per la quantità di cose, visto che la qualità bene o male la si dà per scontata.

E quindi, all’alba dei favolosi anni 60 da compiere, si arriva quasi a comprendere la sua riottosità rinnovata con la tv, o meglio il gioco a essere riottoso, a non concedersi, ad aver detto più volte che a lui il gioco al massacro della percentuale di ascolti fa orrore e paura.

Poi arriva un Sanremo di Amadeus, sbuca la formula giusta da mattatore di seconda fila e si va, altroché se si va, ed è un nuovo trionfo e soprattutto un nuovo gioco.

Negli anni 90 c’è la radice di tutto, del bene e del male, dei rischi, del border-line e delle ovazioni a prescindere.

Quel Karaoke di Mediaset in cui butta dentro tutto quello che era stato prima – l’animatore – e karaokeggia se stesso, seconda voce perfetta a sostenere le prestazioni un po’ così dei dilettanti, mentre il personaggio si impone accumulando performance e generi, le imitazioni, le canzoni, la radio etc etc. I giri giusti e quelli sbagliati, i teatri live, le convention, l’ospite fisso nei luoghi primari allora affollatissimi dell’intrattenimento tv – Buona Domenica etc

La storia è lui, nessuno si senta offeso dalla giostra sulla quale decide di salire e che porta dritto ai grandi varietà, del sabato oppure no, ma sono gli ultimi grandi varietà possibili, il genere sta scemando e disperdendosi in rivoli assurdi fatti di talent e soldi al minimo, ovvero il contrario esatto di quello per cui è nato Rosario Fiorello. Ma essendo unico, lui, il mondo intero decide di fare così: il varietà come una volta non si può più fare, ma poi a parte c’è Fiorello, che decide lui cosa e quando vuole fare. I cattivi si affannano a ricordare un flop – Non dimenticate lo spazzolino da denti, Canale 5 – e i più cattivi insistono su quella volta che passò a Sky. Fu abbastanza inutile far presente (prima) che gli ascolti sarebbero stati assai distanti dai soliti, appena sbucarono numeri in centinaia di migliaia e non in milioni si scatenò il bailamme. Lui la prese male, e aveva piuttosto ragione, ma in curriculum c’è anche questo.


Titoli Rai come Stasera pago io o Il più grande spettacolo dopo il weekend sono invece filati dritti nella storia, appunto gli ultimi varietà possibili, nomi pazzeschi di ospiti internazionali con i quali lui duetta come fossero ospiti del Villaggio: o il Sanremo da cantante – vissuto come flop – e quelli da ospite che assicura i grandi numeri, i prossimi e soprattutto la domanda: come saranno i prossimi Sanremo, chissà.

Tanto che ognuno può invece pescare nella memoria episodi minori (minori?): forse il Fiorello più efficace di sempre è quello del decennio del nuovo secolo, alla radio, Viva Radio Due in coppia con Marco Baldini (la spalla più abile e impeccabile della storia, poi perduta appresso ai suoi demoni. Un peccato atroce), era una sorta di bussola quotidiana per il paese tutto, la radio e forse il mondo come lo si vorrebbero: e guarda caso portò a quella delizia di pre-prima serata in tv, sempre con Baldini, mezz’ora scarsa di numeri, balli e altro che a molti sembrò uno spreco e che invece era la televisione nel migliore dei mondi possibili, quella che può permettersi di sprecare Fiorello tra il Tg e la prima serata.

E infine, tutto quello che si vuole, random, andando a memoria, le gag con Camilleri, gli spot con Mike – clamorosi – e in ultimo anche l’esperimento RaiPlay, che ha funzionato finché non è apparsa la televisione vera a reclamare le repliche su Rai 1 e per di più di sabato sera, via emergenza Covid: e lì si è capito che la televisione vera vuole più luci, più scrittura, più soldi insomma. E che quelle cose virtuali ma sì, chissà un giorno, forse: e del resto l’intrattenimento via web lui lo aveva sperimentato assai prima, con quelle Edicole dal bar che a ripensarci aumentano solo il rimpianto di questi giorni, con poche edicole e senza i bar, e non è la stessa cosa.

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