Processo Vannini, si torna in aula – Dopo la sentenza di primo grado che ha condannato Antonio Ciontoli a 14 anni per omicidio volontario, Federico Ciontoli, Martina Ciontoli e Maria Pezzillo a 3 anni per omicidio colposo e ha assolto Viola Giorgini; ora le parti sono pronte a tornare in aula nella prima udienza del processo di secondo grado.
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ORE 9.40
Il processo sta iniziando, i giudici popolari hanno appena prestato giuramento. Presenti mamma Marina e papà Valerio e gli imputati Federico ed Antonio Ciontoli. In aula anche Roberto e Alessandro Carlini. Il consigliere della Corte, De Cataldo, sta relazionando sulle sentenze di primo grado.
ORE 10.30
La De Cataldo sta leggendo i motivi che hanno portata la PM D’Amore ad avanzare richiesta d’appello.
Si ricorda la presenza di Martina sul luogo dello sparo in base alle dichiarazioni, intercettate, della ragazza e delle particelle presenti nelle narici di Martina.
Nelle riprese all’interno della caserma dei Carabinieri gli imputati, secondo il Pm, appaiono impegnati a concordare la versione da dare. Federico Ciontoli e la moglie Maria Pezzillo quella sera avrebbero, poi, mentito il 118. Viene chiesta una nuova perizia medico legale per accertare le operazioni dei sanitari.
ORE 11.00
Federico Ciontoli ha relazionato leggendo le sue memorie sotto gli occhi della famiglia Vannini.
“Sono qui per condividere come ho vissuto la storia nella speranza che posso aiutarvi a capire chi sono davvero. Le mie parole non vogliono fare ombra sul dolore della famiglia di Marco. La percezione che avevo di quella sera era sbagliata?
Dopo le ricostruzioni ho avuto il dubbio che la percezione avuta di me fosse non fosse quella reale, o almeno quella percepita dagli altri. Mi domandai perché un contrasto così forte. Sapere di essere indagato fu per me un fulmine a cile sereno.
Davvero potevo agire in modo diverso? Da indagato a considerato colpevole il passaggio fu breve. Inizia a ripercorrere, non senza fatica, i singoli attimi di quell’evento, a ricostruire le condizioni di una maledetta sera e per un lungo periodo ho visto crollare tutte le mie sicurezze. Non riuscivo a guardare più a guardare le persone negli occhi ed avere paura di esistere. Ora ho capito che quella figura non sono io.
E’ una cosa distinta da me. Il paragone con una figura così mostruosa è stato la mancato considerazione delle reali condizioni di quella sera. Si è detto che non facevo niente mentre Marco perdeva sangue, cosa del tutto falsa. Non ho fatto quello di cui il PM mi accusa, considerate le condizioni in cui ero.
Giudici, rileggendo le intercettazioni ho riaquistato la consapevolezza emotiva e razionale che quella sera non potevo fare altro di quello che ho fatto.
Non voglio credere che posso essere condannato per ciò che potevo fare senza considerare le reali condizioni. Il mio silenzio è stato strumentalizzato da tanti.
E’ stato un silenzio emotivo. Vi era la difficoltà di esprimermi. Oggi quella emotività ho cercato di metterla da parte”.
Il sostituto procuratore generale della corte d’appello di Roma, Vincenzo Saveriano, sta ripercorrendo quanto successo quella sera sostenendo che è impossibile che in casa nessuno si fosse accorto di quello che era successo.
Marco, sottolinea, chiedeva solo di essere aiutato e invece veniva spostato e rigirato per rivestirlo mentre era in emorragia interna.
ORE 11.45
Il PM, terminando la requisitoria, chiede la conferma della pena per Antonio Ciontoli, mentre per Martina, Maria e Federico viene chiesta la condanna a 14 anni riconoscendo l’omicidio volontario. Si conferma assoluzione per Viole Giorgini.
ORE 12.30
La parola all’avvocato Franco Coppi per la parte civile. “Delitto suscita un sentimento di rabbia disperata e impotente perchè si apprende da perizie ed atti che Marco poteva essere salvato”.
Il legale si sofferma sulle relazioni dei periti di parte e della Corte che hanno evidenziato come in caso di intervento immediato Marco si sarebbe salvato. Il legale di parte civile punta i riflettori sulla presenza di Viola.
ORE 13.30
Parola all’avvocato della difesa Gnazi. Federico ci ha fatto un quadro su dettagli su cui puntare. “Ha detto che non aveva consapevolezza della gravità di quello che stava accadendo e che se avesse potuto avrebbe fatto altro Una frase di una arroganza assoluta perchè fino ad oggi nessuno degli imputati ci ha detto nulla di cosa hanno fatto per Marco.
Ci hanno parlato solo di un bicchiere di acqua e zucchero”.
ORE 14.20
La corte si aggiorna il 29 gennaio alle ore 10.30