La Regione sottolinea come la malattia non sia trasmissibile all’uomo e ha stilato raccomandazione per limitare al massimo il rischio di trasmissibilità tra cinghiali e maiali d’allevamento.
Peste suina, pubbliche le linee guida della Regione Lazio per arginarla –
Sono state pubblicate dalla Regione Lazio le linee guida da tenere per contrastare la diffusione della peste suina nel territorio attorno a Roma.
La Regione ha identificato due zone con differenti tipi di rischio di trasmissibilità del virus tra animali selvatici, in particolar modo i cinghiali, e domestici d’allevamento.
Zona Rossa
- sorveglianza passiva rafforzata da parte degli Enti di gestione dei Parchi e dei Servizi veterinari;
- campionamento carcasse e cinghiali moribondi a cura dei Servizi veterinari;
- ASL e Istituto Zooprofilattico Sperimentale smaltiscono le carcasse secondo procedure di massima biosicurezza;
- è installata segnaletica specifica per delimitare le zone coinvolte dai casi di PSA;
- divieto di alimentazione, avvicinamento e disturbo ai cinghiali;
- divieto di organizzare eventi e divieto di assembramento, ivi inclusi i pic-nic, all’aperto nelle aree agricole e naturali;
- si raccomanda la disinfezione delle scarpe all’uscita dalle aree agricole e naturali;
- recinzione dei cassonetti dei rifiuti per inibirne l’accesso da parte dei cinghiali;
- censimento delle aziende commerciali e familiari che detengono suini e aggiornamento della Banca Dati Nazionale;
- verifica della presenza di suini detenuti a scopo non commerciale (pet pigs);
- controllo virologico di tutti i suini morti e dei casi sospetti.
Zona di attenzione
- ricerca attiva delle carcasse di suini selvatici a partire dai limiti nord della zona rossa;
- gli Enti di gestione dei Parchi provvedono alla chiusura dei varchi di accesso alla zona rossa dal versante nord della stessa;
- censimento delle aziende commerciali e familiari che detengono suini e aggiornamento della Banca Dati Nazionale.
La Regione sottolinea fortemente come la Peste suina non sia una malattia trasmissibile all’uomo.
E ribadisce “il divieto di foraggiare maiali e cinghiali e il divieto di attività venatorie all’interno del GRA”.
Le misure adottate si rendono necessarie anche per delimitare le diverse zone nelle quali condurre le attività di sorveglianza della malattia, di cattura e contenimento dei suini selvatici, per contrastare la diffusione del contagio, in armonia con quanto stabilito dal Commissario straordinario nazionale alla Peste Suina Africana.