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Simpatizzante dei 5 stelle dà delle capre agli abruzzesi (con una b)

Sì, ci si può anche sfogare nella vita o inveire contro qualcuno, ma esistono dei limiti di decenza che non andrebbero superati. In politica si vince e si perde, si amministra bene o male. Si fanno proclami e si raccontano favolette, si attuano o si tenta di attuare programmi e non sempre vi si riesce.

Il popolo è sovrano, almeno così dovrebbe essere e secondo la costituzione esercita un diritto civico. In Abruzzo (con una b) gli elettori, hanno scelto di premiare il centrodestra, bocciando, evidentemente la politica nazionale del Movimento 5 Stelle.

Chi perde consensi deve analizzare il motivo per cui li ha persi, piuttosto che inveire contro gli elettori. Questo è sempre un segno di debolezza anche quando a scrivere determinate affermazioni vacue e prive di senso, sono persone che poco contano (i leader nazionali hanno ovviamente per intelligenza seguito strade più consone nell’analizzare il voto) nello scacchiere politico. Soprattutto oggi, nel mondo mediatico in cui viviamo, in cui una parola viene amplificata nel lasso di pochi secondi. E allora quel ”vojo vedè quante capre abruzzesi (sempre con una B, mannaggia) chiederanno il reddito di cittadinanza”, in un momento è diventato di dominio nazionale anche se pronunciato da uno sconosciuto per gli abruzzesi (una b per carità).

Membro dei 5 stelle dà delle capre agli abruzzesi (con una b)
Membro dei 5 stelle dà delle capre agli abruzzesi (con una b)

Dare delle capre agli elettori è spiacevole e volgare. Può essere goliardia o sfottò, ma non lo si può affidare alla rete pensando che non si riceva indetro una sassata in faccia. E fanno bene gli abruzzesi a sentirsi offesi, non tanto per le capre, ma soprattutto per aver visto storpiare il nome di un popolo di lavoratori, solidali e ospitali.

Ri. Di.