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Le tombe etrusche a Cerveteri. Luoghi di sepoltura e di resurrezione

di Giovanni Zucconi

A Cerveteri, le anime degli antichi defunti Etruschi risorgono ogni anno. È indubbiamente un incipit forte, scritto anche per attirare l’attenzione. Ma se leggerete fino in fondo, vi renderete conto che c’è un concreto fondo di verità. Non è la prima volta che scrivo su questo tema, anche se l’accoglienza è sempre stata molto tiepida. Per questo ritento,
provando a spiegarmi meglio.

Cominciamo con il dire che non vi parlerò di fantasmi o di misteriosi fenomeni paranormali. Parlerò solo di luce, quella reale, quella del Sole, capace di letteralmente resuscitare la memoria degli antichi abitanti di Caere. Parlerò di uomini e di donne che ebbero la fortuna di nascere Etruschi a Cerveteri, e per questo furono destinati ad appartenere ad un Popolo che sognava di sconfiggere la Morte. Che si proponeva, forse, di raggiungere l’immortalità attraverso un rituale che, ogni anno, metteva in scena un’apparente resurrezione delle anime dei loro cari. Parlerò delle loro tombe monumentali, che alla fine di questo articolo, spero, non vi appariranno più solo come degli oscuri luoghi di sepoltura. Ma che comincerete a considerarle come degli ambienti sacri dove la luce può dominare, e che riescono a parlarci anche della Vita oltre che della Morte. Scopriremo il desiderio degli Etruschi di Cerveteri di non morire per sempre, ma di ritornare tra di noi, anche se solo nell’apparenza di un corpo impalpabile e luminoso, simulacro di uomini e di donne che ormai non ci sono più.

Le tombe etrusche a Cerveteri. Luoghi di sepoltura e di resurrezione

A questo punto è necessario partire dalle foto a corredo di questo articolo. Guardatele tutte. Sono solo una parte di quelle che sono state scattate in tutto il territorio di Cerveteri. Certamente le più significative, ma non le uniche.

Non sono naturalmente dei fotomontaggi o frutto di ritocchi fotografici, ma è proprio quello che potreste vedere, conoscendo il giorno e l’ora, in alcune tombe etrusche di Cerveteri. Fenomeni simili a quello che avete appena visto, hanno reso famosi nel mondo siti archeologici come Stonehenge o la piramide Maya di Kukulkàn. Da noi sono
completamente ignorati.

Nel nostro caso il fenomeno, di natura assolutamente fisica e non soprannaturale, generato dalla luce del sole che filtra dall’ingresso, è probabilmente ancora più spettacolare: i letti sepolcrali di alcune tombe etrusche, che solitamente sono mestamente vuoti e polverosi, in determinati giorni dell’anno ritornano ad ospitare il defunto. O meglio
la sua anima, la sua essenza. Questa ci appare luminosa e ben definita, quasi solida, distese con naturalezza esattamente dove, oltre 2500 anni fa, furono deposti i corpi di cui
vuole perpetuare la memoria. Fenomeno spettacolare, ma assolutamente sconosciuto anche ai Cervetrani, che forse varrebbe la pena di studiare meglio.

Il fenomeno è suggestivo. Sembra proprio di vedere l’anima, lo spirito del defunto, che ritorna dal mondo ultraterreno, una volta l’anno, a ritrovare i suoi cari e a dare un segno
della propria esistenza. Ma la domanda che ci dobbiamo porre è: si tratta di un fenomeno voluto, o è solo il frutto di un fortuito orientamento delle tombe osservate? È sicuramente possibile che sia solo un caso, ma mi piace pensare che non sia così. Mi piace immaginare che tutto questo non sia casuale, e che gli antichi costruttori della tomba abbiano fatto in modo che la luce parlasse per il loro morto.

Le tombe etrusche a Cerveteri. Luoghi di sepoltura e di resurrezione
Le tombe etrusche a Cerveteri. Luoghi di sepoltura e di resurrezione

Non so se si riesce a percepire anche dalle foto, ma quando si assiste a questi fenomeni luminosi l’impressione è che la luce non provenga dal sole che filtra dall’ingresso, ma direttamente dall’aldilà. Ed è proprio questa la forza maggiore delle immagini che ho fotografato: l’integrazione assoluta di queste “anime luminose” con tutto il contesto tombale. Sembra quasi che questo fenomeno sia stato concepito a tavolino, nella fase di ideazione del progetto della tomba, e che i costruttori Etruschi avessero tenuto conto fin dall’inizio della necessità di queste manifestazioni luminose. Se questa interpretazione fosse corretta, potremmo affermare che la realizzazione delle tombe etrusche era intimamente legata alla ritualistica funebre etrusca più di quanto si sia pensato fino ad oggi. Gli Etruschi non costruivano solo un luogo di sepoltura, ma anche un luogo di resurrezione.

Le tombe etrusche a Cerveteri. Luoghi di sepoltura e di resurrezione

Riprendiamo le foto, e riguardiamole di nuovo. Sono solo una minima parte di quelle che ho fotografato in almeno quattro anni di “ricerche”, anche se da molto tempo abbandonate. Complessivamente ho la documentazione per rappresentare questo fenomeno su ben 40 tombe diverse. Non sempre sono così spettacolari. E non sono tante rispetto alle decine di migliaia di tombe che possiamo trovare a Cerveteri, ma sono comunque sufficienti per farci venire il dubbio che forse non si tratti solo di un fenomeno isolato e fortuito. Considerate che le variabili in gioco per produrre a tavolino queste luci, non sono poche. La possibilità di vederle dipende dall’orientamento delle aperture e dalla altezza di queste dal livello del terreno. Dipende dalla dimensione e dalla forma dell’ingresso. Dipende dalla forma della camera sepolcrale e da dove sono posti i letti. Dalle loro dimensioni e dalla loro altezza dal pavimento. Insomma, le variabili di cui tenere conto nella costruzione non erano così poche o banali. Specialmente se si voleva che il fenomeno si manifestasse in un certo giorno, o comunque in un ben preciso momento dell’anno. Se poi questi fenomeni si manifestano nei dintorni dei solstizi o degli equinozi, qualche dubbio che tutto non sia casuale ti rimane.

Vorrei chiudere questo articolo, che spero vi abbia almeno incuriosito, anticipando una possibile e corretta obiezione alla mia congettura. Le tombe venivano evidentemente
chiuse dopo la deposizione delle salme, e questo escludeva sicuramente la possibilità di una manifestazione dei fenomeni luminosi. Questa giusta osservazione diventa meno
significativa se pensiamo che stiamo parlando di ipotetici atti rituali legati ad una misteriosa e perduta liturgia sacra. Come ho già detto in precedenza, la luce non sembra venire dall’esterno, ma dall’interno, direttamente dall’aldilà. Possiamo quindi immaginare che gli Etruschi progettassero e costruissero le loro tombe in modo che si realizzasse e si perpetuasse nei secoli un preciso rituale di resurrezione dell’anima. Non era necessario che ci fosse una visione diretta e concreta della manifestazione luminosa, perché i tumuli e le tombe erano intrinsecamente e intimamente legati a questa rinascita. Erano stati costruiti seguendo precise conoscenze, che assicuravano la realizzazione del fenomeno in determinate condizioni, e in qualche modo questo era sufficiente per garantire la resurrezione ciclica delle anime dei loro cari. Se un giorno dovessimo ritrovare i Libri Acherontici scritti dagli antichi Lucumoni etruschi, magari potremmo trovare conferma a tutto questo.

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