Intervista esclusiva per Baraondanews
Ladispoli, l’Assessore Frappa: “Stiamo organizzando una Fiera dell’Arte che dovrà diventare di respiro nazionale” –
di Giovanni Zucconi

Ho avuto la fortuna di conoscere l’Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione di Ladispoli, Margherita Frappa, in occasione di alcuni progetti e attività che dovevamo presentarle come Gruppo Archeologico Romano. E l’immagine che mi viene in mente per presentarla è quella di una macchina da guerra sporca di terra. La specifica sullo stato della carrozzeria è necessaria per sottolineare che, caso se non unico sicuramente raro, l’Assessore è sempre voluta venire con noi sul campo a rendersi conto di persona dei progetti che le stavamo presentando. Anche quando è voluta venire con noi, in aperta campagna, a visionare un’area significativa dal punto di vista archeologico. Fatta questa brevissima introduzione, come al solito, lasciamo la parola all’Assessore. Che ha molto da raccontare di sé, e del suo lavoro.
Quando intervisto un assessore, di solito gli chiedo chi glielo ha fatto fare ad accettare un ruolo con generalmente pochi riconoscimenti e molte critiche. Ma nel suo caso, che ha la fortuna di occuparsi di Cultura per la sua città, provo una grande invidia. Non si sente privilegiata?
“Assolutamente sì. Sono grata al Sindaco Grando per avermi scelta per questo ruolo. Ma ha fatto anche qualcosa di più. Contrariamente al passato, ha unito la delega della Cultura a quella della scuola. Sono, a mio parere, in una sinergia perfetta. Io poi conosco molto bene il mondo della scuola. Ancora oggi ho il piacere di insegnare, e ho una laurea in Dirigenza scolastica. La Cultura è una componente fondamentale per la formazione di un qualsiasi individuo. E quindi si aggancia perfettamente alla formazione scolastica, e la va a completare.”
Ma la Cultura ha uno spettro talmente ampio che è difficile per una singola persona padroneggiare ogni suo aspetto. E lei si deve occupare di Cultura a 360 gradi. Banalizzo: dal balletto alle mostre di caravaggeschi. Come fa ad avere le competenze e i contatti necessari per organizzare tutti questi eventi così diversi tra di loro?
“Io sono partita dall’idea che il mio non dovesse essere solo un assessorato di gestione, ma di servizio. Servizio è mettersi a disposizione di quelli che sono gli “esperti” in un determinato ambito. Quindi io faccio sempre riferimento a loro per quanto riguarda l’aspetto artistico. Io non sono nessuno per decidere se una cosa è interessante o meno. Ogni espressione artistica ha la sua dignità di essere rappresentata e rispettata. Io ho scoperto un mondo attraverso le associazioni di volontariato di Ladispoli.”
Ci può fare un esempio?
“Per esempio, l’associazione che si occupa dell’arte della spada. Sicuramente solo una piccola parte della popolazione è interessata a questa arte. Ma va rispettata anche quella. Quindi io non conosco tutti gli ambiti. Non sono una ballerina, né una pittrice. Però mi affido alle esperienze degli altri. Il mio compito è quello di mettermi al loro servizio, in modo che loro possano realizzare i loro progetti.”
Ladispoli, l’Assessore Frappa: “Stiamo organizzando una Fiera dell’Arte che dovrà diventare di respiro nazionale”
Prendo spunto da quanto mi ha appena detto. Ogni assessore alla Cultura, non corre il rischio di creare soprattutto eventi di nicchia? Che interessano sempre solo una piccola parte della popolazione e quasi mai la gran parte? Lei come si regola?
“Noi non possiamo fare sempre eventi dove partecipano 5.000 persone. Ognuno di noi è gratificato di più da uno specifico tipo di arte. Se noi organizziamo un concerto di musica da camera verranno probabilmente 50 persone. È una scelta coraggiosa fare anche queste manifestazioni? Assolutamente sì. Ma io devo anche correre dei rischi. Non posso fare soltanto cose che mi danno la certezza che andranno bene. Perché noi scopriamo di fare bene le cose solo rischiando. Poi un assessore deve essere al servizio di tutti i cittadini. E tutti hanno il diritto che sia garantita la possibilità di assistere all’arte che gli dà più piacere. Quindi rischio qualche critica, ma cerco sempre di accontentare e dare spazio a tutti.”
Poi immagino che dovrà spesso combattere con i fondi che non bastano mai per tutto
“È vero, ma su questo ho trovato un grande aiuto dalle associazioni. Che spesso fanno tutto il lavoro necessario. O addirittura trovano anche gli sponsor. Un esempio è l’evento dei presepi. Che non è costato nulla all’amministrazione. Ha fatto tutto l’associazione “Nuova luce”. Non si può delegare un assessore solo a dare i contributi. L’assessore deve aiutare tutti a crescere in modo che possano operare per fare crescere a loro volta la città. Ladispoli è di tutti, non è solo degli amministratori. E devo dire che, ad oggi, gli eventi che abbiamo fatto non sono stati pochi, ma abbiamo speso pochi soldi. Abbiamo dato solo qualche esiguo contributo. Per il resto c’è stato tutto volontariato.”
Da quello che mi sta dicendo si desume che i rapporti con il volontariato di Ladispoli sono molto buoni
“Devo dire di sì. Sono proprio contenta di questo. Mi piace mettere insieme le persone, e dare loro la possibilità di fare delle cose belle. E mi piace chiedere. La mia madre spirituale mi diceva che bisogna chiedere. Perché dobbiamo dare la possibilità agli altri di fare del bene. Se non chiediamo, non gliela diamo.”
Sta cercando di avvicinare il mondo del volontariato a quello della scuola? Le chiedo questo perché, per esperienza personale, è come se i giovani avessero poco interesse a partecipare alle iniziative di volontariato
“Assolutamente si. Ci sono diverse iniziative che stiamo organizzando nelle scuole con alcune associazioni. Sono proprio le associazioni che mi chiedono se fosse possibile fare qualcosa con le scuole. E se non me lo chiedono, lo chiedo io. Insomma, c’è una grande ricaduta sulle scuole di questa collaborazione con le associazioni del territorio. Quindi il mondo della Cultura, degli esperti territoriali, e quello della scuola si stanno finalmente incrociando. E questo è fondamentale perché noi abbiamo un grande patrimonio in questa città. Ma questo patrimonio va tramandato in un passaggio generazionale con i giovani. Perché altrimenti la Cultura, se noi non la tramandiamo diventa un semplice fatto personale. Quasi narcisistico.”
Parliamo di turismo. Al Tourisma di Firenze, lei e l’assessore alla Cultura di Cerveteri, Federica Battafarano, avete parlato di sinergie in questo campo tra le due città. Erano dichiarazioni di facciata, o avete realmente intenzione di portare avanti progetti in comune.
“Io assolutamente ci credo. Perché quando c’è sinergia, uno completa l’altro. Si mettono insieme i vari talenti e potenzialità, e si possono realizzare dei buoni progetti. Anche se adesso non abbiamo progetti in comune con Cerveteri. Se non forse la comune partecipazione al progetto Etruskey, che ha messo in rete 19 Comuni, e che si occupa di promozione del territorio. La sinergia tra i nostri due Comuni è inevitabile. Per esempio, loro hanno un grande patrimonio archeologico, ma noi abbiamo più strutture ricettive.”
Ma allora perché non vi vedete e non fate progetti in comune?
“Non è vero che non ci vediamo. Con Federica ci vediamo sempre, almeno nelle manifestazioni. Noi siamo in ottimi rapporti. Così come lo sono con Elena Gubetti. Ma, mi creda, abbiamo tutte e due così poco tempo, e sono così tante le cose che dobbiamo seguire. Poi lo sa che ho anche fatto parte della maggioranza nel Consiglio Comunale di Cerveteri durante il secondo mandato di Alessio Pascucci? Sono sempre stata molto stimata da tutti a Cerveteri. Sia dalla maggioranza, che dall’opposizione”
Non lo sapevo. E perché è poi è passata in una Amministrazione di Ladispoli?
“Per una maggiore affinità politica con Grando, e per questioni progettuali. Ma soprattutto perché volevo lavorare per la mia città, che è Ladispoli. Io insegno a San Nicola da 25 anni. Ladispoli la sento mia. È una città aperta e multiculturale. Ladispoli ha questa dimensione che mi appartiene, che mi fa sentire cittadina del mondo.”
Bisogna riconoscere che a Ladispoli non ci sono mai stati grossi problemi di integrazione. Dovete essere molto fieri di questo
“Io dico sempre che a Ladispoli, nonostante ci siano 70 etnie diverse, se non c’è il Far West, è perché le scuole hanno lavorato bene nell’integrazione. Immagini 70 etnie diverse. Sono veramente rappresentative di un mondo unito. Io una volta mi sono ritrovata in classe 22 etnie su 27 bambini. Però la scuola ha sempre lavorato bene in tal senso. Infatti, come dice lei, è tutto tranquillo. Vivono tutti pacificamente.”
E questo vi fa molto onore. Cosa significa fare progetti in una città così aperta e multiculturale?
“Significa innanzitutto poter creare delle relazioni. Che sono le cose più importanti che noi possiamo realizzare nella nostra vita. Tu puoi fare tanti bei progetti di successo, ma se in quel cammino progettuale non abbiamo creato nessuna relazione, che poi sono quelle che ci rimangono per la vita, non abbiamo raggiunto uno degli scopi principali. In ogni cosa che facciamo, la cosa più importante è creare una relazione e vivere le emozioni che quella relazione ci dà. Alla fine, un progetto è il mezzo per fare cose più importanti. Che è quello di creare relazioni.”
Ci può accennare ai progetti più significativi che sta portando avanti?
“I progetti sono tanti. Sono tanti quelli che mi hanno sottoposto e che faremo. Sono tutti progetti di associazioni. Uno dei progetti più importanti è quello si istituire la Giornata della Scuola. Dove verranno coinvolte tutte le scuole. Dove ognuna organizzerà una sua mostra e un suo spettacolo. Ci sto lavorando… Poi c’è il grande progetto di organizzare una Fiera dell’Arte. In Italia ci sono pochissime fiere di questo tipo.”
Progetto impegnativo
È vero, ma ho già preso contatto con più di 70 artisti che vengono da tutt’Italia, e che sono disponibili a venire ad esporre a Ladispoli. Quindi diciamo che la Fiera dell’Arte dovrà essere qualcosa che va oltre la città di Ladispoli, Che sia all’inizio almeno qualcosa di regionale, per poi diventare nazionale.”
Se avesse la bacchetta magica e fondi sufficienti a disposizione, quale è il sogno che vorrebbe realizzare?
“Non dover dire di no alle associazioni che mi presentano un progetto a cui tengono tanto. Qualche volta purtroppo succede.”
Un’ultima domanda. Quale è la zavorra più grande che le impedisce di fare tutto quello che vorrebbe fare? La politica? La mancanza di fondi?
“Niente di tutto questo. Quello che veramente mi limita, è il tempo che ho a disposizione per dedicarmi a tutto. È sempre troppo, troppo poco. Vorrei fare sempre di più, vorrei rendermi sempre più utile. Ma i miei impegni sono tanti”