“Strutture Ricettive in asfissia…Siamo in attesa delle misure per ricominciare”
Ladispoli, il momento più buio
Dicembre 2019, le prime avvisaglie, sui siti del settore gli host denunciano una riduzione sensibile delle prenotazioni. – Sarà qualche insolito piagnucoloso!? – Penso. Il bisestile 2020 inizia, “mettiamo da parte la superstizione”. Mi ripeto. Ma in men che non si dica il sentore nazionale si fa locale.
Operatori del Comitato delle Attività Ricettive di Ladispoli a confronto: 20…, 25…, 30 % in meno rispetto all’anno precedente. Superiamo la metà di Gennaio, in Cina è scoppiata l’epidemia, i viaggi internazionali sono la prima vittima. A Ladispoli intanto si segnalano 3 casi di legionella, 2 morti e grosso spavento tra gli operatori che corrono ai ripari ricontrollando gli impianti termoidraulici. Febbraio, il Covid 19 atterra al Nord e gli italiani diventano gli appestati d’Europa, untori intercontinentali…!
Voli bloccati, zone rosse, gialle, gente che fugge da su a giù in un’inversione migratoria senza precedenti. Fioccano le ordinanze regionali che cambiano e rincarano le limitazioni nell’arco di pochi giorni: stop alle scuole, agli assembramenti e spostamenti contingentati. Dal 10 Marzo l’Italia è paralizzata da una profilassi collettiva contro un nemico invisibile che minaccia la salute delle persone che abbiamo più care. Lo slogan è #iorestoacasa.

Nelle Attività Ricettive Regolari di Ladispoli l’amuchina la fa da padrona, l’aria si satura dei vapori di varecchina e alcol etilico, s’igienizzano i climatizzatori, s’indossano guanti per cambiare la biancheria mentre dalla rete piovono disdette per Pasqua, Sagra del Carciofo e su tutte le promozioni “Prenota Prima”, tariffe scontate a condizioni azzerbinate alla dittatura di Booking, ormai capofila dei ribassisti e dell’abusivismo autocertificato.
Molti host regolari guardano il fatturato e meditano la chiusura mentre sul web pullulano alloggi sconosciuti all’Ufficio Tributi del Comune che s’infiltrano negli interstizi di un sistema turistico asfittico mettendone a repentaglio le ultime attività vitali. Ad Aprile arriva il pesce. Ironia della sorte, l’alta stagione ladispolana al via dietro la cortina della quarantena; l’imposta di soggiorno raddoppia mentre i presunti ospiti sono azzerati dallo sfacelo infettivo.
C’è un’incongruenza evidente tra il reale e il presunto, tra un’economia al collasso dopo il quadrimestre più funesto del 21esimo secolo. Si guardano i notiziari e le piazze spopolate e ci si domanda: cosa faremo questa estate? Potremmo ancora pronunciare “Thank you for your reservation” a una dozzina di stranieri o saremo spariti dal radar del turismo laziale? Qualcuno sarà in grado di trovare una risposta, o meglio, qualcuno si starà ponendo qualche domanda…?
David Paris
(Comitato Strutture Ricettive Ladispoli)