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Il Presidente della Pro Loco di Ladispoli: «La nostra, la più grande Sagra d’Italia»

Claudio Nardocci, racconta la storia della tre giorni dedicata a Re Carciofo

Il Presidente della Pro Loco di Ladispoli: «La nostra, la più grande Sagra d’Italia»

Claudio Narcdocci, presidente della Pro Loco di Ladispoli, anche quest’anno ci si prepara con tanto entusiasmo a una nuova edizione della Sagra del Carciofo. Prima di avventurarci però in questa edizione 2019, ricordiamo ai nostri lettori come nasce quest’appuntamento che riesce a portare a Ladispoli migliaia di visitatori.

“La Sagra del Carciofo nasce nel 1950 su iniziativa della neonata ProLoco. L’associazione era infatti nata nel dicembre del 1949 e questo significa che quest’anno compirà 70 anni. Tornando alla Sagra, gli allora rappresentanti della neo eletta Pro Loco hanno effettuato un’analisi del territorio per vedere che cosa avrebbero potuto fare per portare un po’ di economia. A quei tempi infatti Ladispoli era una piccola frazione di Cerveteri, era appena uscita dalla Guerra e le sue condizioni economiche non erano delle migliori. Così i rappresentanti della Pro Loco andarono ad individuare una data e un prodotto particolarmente invitanti. Il carciofo infatti non è solo il signore di queste terre dove viene prodotto grazie all’origine vulcanica del terreno ma è anche il prodotto che nasce ad aprile, ciò vuol dire che apre di fatto la primavera. E a quei tempi era usanza di venire a Ladispoli proprio durante il periodo primaverile per scegliere la casa dove trascorrere le vacanze estive. La Sagra sotto questo aspetto aveva dunque una doppia valenza: da una parte metteva in evidenza un grande prodotto del territorio e dall’altra parte invitava i villeggianti romani a venire a scegliere la propria casa delle vacanze proprio in quel periodo”.

Il Presidente della Pro Loco di Ladispoli: «La nostra, la più grande Sagra d’Italia»

Uno dei punti cardine della Sagra del Carciofo è la Piazza dei Sapori d’Italia che ogni anno viene allestita nella Piazza del Monumento dei Caduti. Uno “sposalizio” di tradizioni provenienti da tutta Italia con il nostro Re Carciofo. Come nasce l’idea?

“Nasce da una felice intuizione. Un’intuizione che oggi possiamo dire essersi consolidata nel tempo. La Piazza dei Sapori d’Italia nasce infatti 10 anni fa dall’idea di voler proporre ai visitatori non solo il nostro carciofo ma anche il meglio dell’enogastronomia tipica di tante regioni italiane. L’obiettivo era quello di far conoscere a Roma i prodotti dei dintori a quei tempi per lo più sconosciuti. Grazie alla Piazza dei Sapori siamo così riusciti a far assaggiare, ad esempio, le seadas sarde o le pittule pugliesi, le olive ascolane, i salumi di calabria in particolar modo la ‘nduja. Insomma una serie di golosità che aggiungono interesse per i gourmet. Alla nostra Sagra arrivano infatti molti appassionati di enogastronomia che grazie alla Piazza dei Saporti riescono anche in una sola giornata ad assaggiare tantissimi prodotti. C’è poi chi decide di fermarsi per tutto il week end. Ad oggi infatti ci risulta che già tanti B&B della zona e alberghi hanno il tutto esaurito. Se oggi torniamo indietro con la mente e pensiamo che il Monumento dei Caduti era solo un parcheggio, possiamo dire che la Pro Loco ha avuto una felice intuizione subito accolta dall’amministrazione dell’epoca. E anche questa Piazza ora è diventata una tradizione”.

Cosa è cambiato in questi anni all’interno della manifestazione?

“Ad ogni edizione puntiamo ad aggiungere piccole e grandi novità. Basti pensare che la Sagra, per l’affluenza di visitatori che ogni anno raggiunge, è diventata la più grande Sagra d’Italia. Sono ormai trascorsi e dimenticati gli anni in cui la Sagra era arrivata a toccare i minimi storici per affluenza, anche come presenza di agricoltori. Agli inizi degli anni ’80, ad esempio, in piazza c’erano solo 4 agricoltori, oggi ne contiamo 16. Questo lo dobbiamo sicuramente alla formula utilizzata, cioè l’innovazione nella tradizione. Abbiamo adottato un sistema che ogni anno cerca di aggiungere qualcosa di interessante. Ad esempio quest’anno, visto il sovraffollamento della Piazza dei Sapori, apriremo un altro settore dedicato all’enogastronomia e in particolar modo ai prodotti che alla loro base avranno proprio i carciofi con il prodotto che sarà cucinato direttamente dagli agricoltori. E ai piatti “tradizionali” andranno ad aggiungersene altri come ad esempio il supplì al carciofo. Lo spazio sarà allestito nei giardini Nazareno Fedeli. Poi come sempre ci dilettiamo a trovare delle piccole curiosità legate al nostro prodotto. Novità dunque di quest’anno sarà la presenza virtuale, ma anche reale, di un personaggio del passato. Si tratta di uno dei personaggi più importanti della storia del ‘500. Perché lo abbiamo chiamato e invitato a partecipare alla Sagra? Perché questo personaggio era un appassionato di carciofi. Le cronache riportano storie di questo personaggio del ‘500 che mangiava così tanti carciofi da sentirsi male tanto che anche i medici gli consigliarono di andarci piano. Quando abbiamo iniziato a studiare il suo personaggio abbiamo scoperto che il suo compleanno è proprio il 13 aprile e quindi festeggeremo la sua presenza. Si tratta di una personalità che ha influito sui destini di Europa per 30 anni”.

Cosa vorrebbe cambiare per le prossime edizioni?

“Ci piacerebbe ovviamente avere uno spazio dove poter dare meno disturbo possibile ai cittadini e dove poter allestire per tempo anche gli spazi. È un pio desiderio perché ormai abbiamo praticamente occupato gran parte del centro della città e quindi non esistono altri spazi a meno che non si pensi di spostare proprio tutta la Sagra in altro luogo, ma anche in questo caso ci sarebbe molto da lavorare. Quello che desidero particolarmente è che la Sagra diventi sempre più motivo un motivo di unione per la città perché, per ottenere un buon risultato e fare un buon lavoro così da portare economia, turismo e cultura a Ladispoli, tutti dobbiamo remare nella stessa direzione. Ci piacerebbe che la Sagra, che è una delle poche tradizioni che abbiamo, diventasse il simbolo di questa unione. Lavorare tutti insieme per accogliere i visitatori in città e portare un’economia tale da dare benessere a tutti perché poi, l’obiettivo della Sagra è proprio questo”.

di Armando Valente