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Cerveteri – Ladispoli, ritardi e inadempienze nelle politiche sociali



A puntare il dito è Rete Sociale che elenca tutte le mancanze dei comuni del distretto e i fondi che rischiano di andare perduti perché non utilizzati

Cerveteri – Ladispoli, ritardi e inadempienze nelle politiche sociali –

Un comunicato di Rete Sociale Cerveteri – Ladispoli punta il dito contro le inadempienze e i ritardi sulle attività dei servizi e dei progetti sociali del distretto composto dalle due città.

Le politiche sociali, scrivono, “in base alla legge regionale n.11/2016 non dovrebbero più ricadere nelle competenze del singolo comune ma obbligatoriamente sui comuni associati fra loro”.

E per Rete Sociale il comune capofila è Cerveteri.

“A tal proposito rammentiamo la Convenzione che i Sindaci hanno sottoscritto lo scorso anno proprio per consolidare la gestione associata”, aggiungono.

“Il 12 dicembre avevamo scritto una lettera in cui abbiamo chiesto impegni concreti per risolvere alcuni dei problemi su cui si erano cumulati rilevanti ritardi: prestazioni e servizi non erogati, fondi inutilizzati, con il rischio di non poterli più utilizzare e doverli restituire”.

Non sono pochi i progetti a cui Rete Sociale fa riferimento.

Il centro intitolato a Marco Vannini per la prevenzione degli abusi sui minori, i 600 mila euro di fondi per disabilità gravissima per cui sono in attesa oltre 100 famiglie, le misure di contrasto alla povertà per l’inclusione sociale, l’adeguamento e omogeneizzazione delle tariffe stabilite per i servizi sociali.

“Abbiamo indicato solo alcune delle problematiche che vorremmo fossero affrontate con una certa celerità, anche se l’elenco sarebbe molto più lungo”, scrivono.

“Siamo consapevoli che ancora non è stato organizzato un Ufficio di piano, con sufficienti risorse tecnico amministrative”.

“Ci sembra però che a distanza di un mese nessuna delle nostre indicazioni sia stata presa in considerazione”.

“Non abbiamo ricevuto dal Comune capofila, Cerveteri, nessuna risposta scritta, nessun invito a discutere delle eventuali difficoltà riscontrate, come se diciannove organizzazioni che si mettono in “rete” fosse un elemento del tutto ininfluente. La delusione è forte ma siamo determinati nel portare avanti i nostri obiettivi, anche con iniziative di denuncia pubblica dei gravissimi ritardi che permangono nella gestione delle politiche sociali”. 

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