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Carlo Fusco, il regista del film sulla morte di Marco Vannini, “L’espulsore”: “Sarei felice se la famiglia di Marco volesse vedere il film”

“Vorrei organizzare un’anteprima nel cinema di Cerveteri”

di Giovanni Zucconi

Il caso del povero Marco Vannini è ancora presente, mai attenuato, nei nostri cuori e nelle nostre menti. La Giustizia ha fatto il suo corso, ma in pochi hanno accettato la sentenza come una definitiva e corretta ricostruzione di quello che è veramente accaduto in quella tragica notte.

Ma oggi non vogliamo ritornare su quel caso per ridiscutere la sentenza. Ma per segnalare, a chi non lo sapesse già, che a fine ottobre, verrà trasmesso su Prime Video un film che descriverà le ultime ore di vita di Marco Vannini. Un film che credo sia da non perdere. Anche se ci metterà davanti, in modo crudo, tutte le sofferenze e le ingiustizie che ha dovuto patire il povero Marco. Il film si intitola: “L’espulsore”.

Per parlare del film, abbiamo intervistato il suo regista: Carlo Fusco. Un regista probabilmente non conosciuto dal grande pubblico, ma con un bagaglio impressionante di premi vinti o di candidature in concorsi internazionali. Documentandomi sulla sua carriera, ho contati 44 premi vinti, e 21 candidature. Questo per sottolineare che non ci troveremo davanti l’opera di un esordiante in cerca di un facile copione, ma quella di un regista che ha dato eccellenti prove di saper scavare nelle storie, e nella psicologia dei personaggi. Carlo Fusco ha lavorato con attori del calibro di Michael Madsen, Steven Bauer, Danny Glover o John Savage, tanto per fare alcuni nomi. I suoi film sono stati distribuiti in tutto il mondo, anche se, in particolare, negli Stati Uniti.

Per completezza di informazione, precisiamo che la sceneggiatura de “L’espulsore” è stata scritta da Ieva Lykos.

Per chi fosse interessato, troverà il trailer del film al seguente indirizzo: https://www.youtube.com/watch?v=sfZKmf4EG2c

Io banalmente inizierei con la domanda: perché ha scelto proprio questo soggetto per un film?

“Io ho seguito il caso fin dai primi giorni. Ed ero rimasto stupefatto soprattutto dal comportamento della famiglia Ciontoli. Dai ritardi con cui sono stati chiamati i soccorsi. Mi sono poste tantissime domande, alle quali non ho trovato delle risposte. È tutto assurdo quello che è successo. Ho continuato a seguire la vicenda da vicino fino alla sua conclusione giudiziaria.”

Quindi si è appassionato al soggetto

“Io di solito faccio film, o tratti da storie vere, o di carattere psicologico, dove posso scavare nel personaggio e nella mente umana. E questo è stato uno dei casi più assurdi che ci sono stati negli ultimi dieci anni. Assurdo nelle modalità, e nel modo di agire dei protagonisti. Ho quindi deciso di fare un film su questa storia. Ovviamente ci siamo attenuti a tutte le diverse sentenze. Anche se, personalmente, sarei stato più severo nelle condanne. Non solo con lui, ma soprattutto con la fidanzata del figlio che è stata scagionata come se non fosse mai stata lì. Ma chiaramente ci siamo attenuti alle sentenze e alle ricostruzioni che sono state ritenute valide dai giudici.”

Quindi non traspare nessuna sua tesi personale dal film?

“Non proprio. Ci siamo attenuti alle sentenze. Le raccontiamo in forma di film. Ma ho accentuato un po’ i caratteri dei personaggi. Si intravede, cioè, dai personaggi che interpretano i vari Ciontoli, più cattiveria di quella che si è voluta far credere. Proprio nella recitazione degli attori si vede il menefreghismo, la crudeltà e la cattiveria, che nei vari processi non si è vista. Non si è potuta vedere perché uno piangeva, uno scappava, e così via. Non si è potuto vedere nelle ricostruzioni giudiziaria, ma me lo sono immaginato. Immaginato perché quello che è successo l’hanno raccontato loro. E quindi abbiamo dovuto tutti prendere per buono quello che hanno detto loro. Ma è evidente che è tutto assurdo. È assurdo che non abbiano sentito il colpo, e che non sapevano cosa fosse effettivamente successo.”

Carlo Fusco, il regista del film sulla morte di Marco Vannini

Un militare di carriera che entra in bagno, con Marco nella vasca, con una pistola con un colpo in canna…

“Ma neanche nelle barzellette. Io personalmente non lo vedevo tanto un incidente. Ma non l’ho potuto naturalmente dire nel film.”

La famiglia Vannini ha contribuito alla realizzazione di questo film?

“Le dico la verità. Io non li ho contattati quando abbiamo scritto la sceneggiatura, proprio perché non volevamo essere influenzati. Nel senso che è chiaro che i familiari hanno una loro visione. Hanno perso tragicamente un figlio. Ma noi ci dovevamo attenere a quello che è emerso dal processo. Dopo aver girato il film, ho contattato l’avvocato della famiglia. Ma loro hanno detto che non erano interessati a vederlo.”

Quindi non l’hanno ancora visto

“No. Non l’hanno ancora visto. Ma io spero che lo vedranno. Perché si renderanno conto che, anche se è solo un film, ho dato giustizia a Marco. Ho cercato di dare più giustizia possibile a Marco, dipingendo bene i vari personaggi presenti quella tragica sera. Per quello che realmente sono. Anche se poi si sono nascosti dietro tutte quelle bugie così assurde.”

Mentre girava il film non la sentiva la responsabilità nei confronti della famiglia Vannini? Perché comunque stava raccontando un caso non propriamente chiuso. Ci sono state condanne, ma nessuno le ha prese veramente per buone. Mentre girava il film, non ci pensava alle reazioni dei genitori di Marco?

“Assolutamente sì. Perdere un figlio è una ferita che non verrà mai ricucita. Uno che perde il figlio in quel modo non otterrà mai giustizia. Perché nessuno te lo riporterà indietro.”

Non sono riuscito a capire il significato del titolo. Cosa vuole dire “Espulsore”?

“L’espulsore è l’aggeggio da dove esce il colpo quando si spara. È legato all’arma.”

Il film lo ha girato anche a Cerveteri e a Ladispoli?

“No. La maggior parte del film è stato girato in interni. Il 90%. Abbiamo ricostruito la villa e il corridoio della caserma dove sono stati intercettati. Ho girato il film in Sicilia. Ci giro spesso lì. Mi ci trovo bene. Poi essendo quasi tutti interni, non c’era bisogno di girarlo a Cerveteri o a Ladispoli.”

Quando e dove potremo vedere il film?

“Verrà trasmesso, a fine ottobre, su Amazon Prime Video. Sarà quindi gratuito per chi ha Amazon Prime.”

Non è prevista una distribuzione nelle sale cinematografiche?

“Ci abbiamo pensato a distribuirle nelle sale. Ma non sarà facile trovare un distributore, perché lo abbiamo girato da indipendenti. Cioè, abbiamo investito soldi nostri. Non abbiamo chiesto fondi a nessuno.”

Non è prevista nemmeno un’anteprima?

“Anche se non è ancora tutto deciso, faremo un’anteprima ad inviti a Roma.”

Perché a Roma? Non sarebbe più bello farla nel cinema di Cerveteri? Ha visto come tutto il paese ha partecipato in prima persona a questa tragedia

“Sarebbe sicuramente bello farla anche a Cerveteri. Se ci aiutate a trovare un contatto, proveremo ad organizzarla, se il proprietario della sala è disponibile. Sarebbe un modo per dare ancora più giustizia a Marco.”

Prima di chiudere, vuole aggiungere qualcosa?

“Solo che io sarei felice se la famiglia di Marco Vannini volesse vedere il film. Anche prima dell’uscita. Perché sono sicuro che si renderanno conto che io ho cercato, anche se è solo un film, di dare giustizia a Marco.”

Sarebbe disponibile anche per una visione privata alla famiglia Vannini?

“Assolutamente sì.”

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