di Angelo Alfani
Camminando sotto la pioggia – Sono giorni che Giove pluvio non la smette di scaricare acquazzoni sul territorio: deve aver proprio fatto una brutta litigata con Giunone per essere così incacchiato.
La passeggiata quotidiana ,resa complicata da una pioggerellina fina fina, mi costringe a limitarmi ad una scesa lungo la via del Lavatore. Dopo una breve sosta da Osvaldo che ,intento a sbarbarsi, mi avvisava che “ Ce sta una umidità che t’ammazza” ho proseguito il cammino fino alla proprietà Marini, lì dove sorge uno dei templi etruschi più importanti dell’antica Agylla.
Davvero l’umidità, resa ancora più pesante dalle canne che si allineano lungo lo stretto sentiero, ti fa scrocchiare le ossa. Un forte rumore mi ha spinto a scendere su un ponte improvvisato fatto di bandoni che porta da un lato all’altro del Manganello.
Il colore marrone dell’impetuoso fosso dava l’idea di quanta acqua Giove avesse distribuito sui colli. “Ognuno”=mi sono detto=ha i fiumi in piena che si merita”. Il Manganello lo trovo rassicurante ed amico.
Oltre il torrente una splendida rupe, su cui sorge la Banditaccia, mostra la sua assoluta estraneità agli umani: una immagine che potrebbe avere millenni. Esattamente il contrario di quanto si mostra appena si raggiunge la strada asfaltata, poco sopra alla vecchia Ammazzatora oggi utilizzata per una delle tante,infinite iniziative comunali.
Qui zozzume ,sacchi neri gonfi di non si sa bene cosa, striscione in plastica appiccicato da mesi sopra strutture di cemento che delimitano il burrone, televisori ed altro stanno a dimostrare che siamo entrati a Cerveteri e che Agylla la abbiamo lasciata alle spalle.